domenica 28 giugno 2015

CONVERSIONE ZUCCHERO-ALTRI DOLCIFICANTI

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Sostituire lo zucchero con altri dolcificanti meno nocivi per la nostra salute.

 
Lo Sciroppo d’acero è una linfa composta per il 97% di acqua, inoltre contiene zuccheri, soprattutto saccarosio, minerali (calcio e fosforo) i quali svolgono importanti funzioni nel nostro organismo come per esempio aiutano le ossa a mantenersi forti, poi ci sono piccole quantità di vitamine del gruppo B, tracce di vari amminoacidi. La lavorazione per ottenere lo sciroppo non ne altera la qualità. Il suo potere dolcificante è del 25% superiore a quello dello zucchero. QUINDI se vorrai utilizzare lo sciroppo d’acero al posto dello schifoso zucchero dovrai diminuire la dose di 1/5 

 
Il Succo d’agave ha un contenuto elevato di fruttosio e contiene inulina, un polisaccaride usato per l’estrazione di fruttosio e per la preparazione di alimenti per diabetici; la percentuale di glucosio è scarsa, quindi non stimola la secrezione di insulina e per questo motivo rimane dopo il fruttosio, (che comunque è estratto industrialmente ed ha lo svantaggio di elevare a lungo andare il tasso di trigliceridi nel sangue), l’unico dolcificante naturale possibile per un diabetico perché non contiene saccarosio e presenta una ridottissima quota di glucosio (massimo 7%). Il suo potere dolcificante supera di una volta e mezzo quella dello zucchero, ma il suo potere calorico incide meno perché si può usare una minor quantità di prodotto. QUINDI se vorrai utilizzare il succo d’agave al posto dello schifoso zucchero dovrai diminuire la dose di 1/3.

 
Il Malto d’orzo prodotto dalla germinazione del cereale,ha zuccheri costituiti principalmente da maltosio ma anche, in misura limitata, glucosio, saccarosio e fruttosio. Il potere dolcificante è inferiore di un terzo a quello dello zucchero bianco (saccarosio), ma il contenuto di sali minerali e proteine è superiore rispetto a quello del saccarosio. QUINDI se vorrai utilizzare il succo d’agave al posto dello schifoso zucchero dovrai aumentare la dose di 1/2.

BISCOTTI ALL'AVENA 2 RICETTE

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

PRIMA RICETTA - Con fiocchi d'avena

Ingredienti:
con queste quantità vengono circa quaranta biscotti
 
250 gr di farina di frumento integrale
150 gr di fiocchi di avena integrali
120 ml d'acqua
100 gr di gocce di cioccolato fondente
80 gr di zucchero di canna integrale
60 ml di olio extravergine d'oliva
50 gr di mandorle sgusciate
1 bustina di lievito per dolci bio
1 cucchiaino di vaniglia in polvere bio 

Preparazione:
Se non avete a disposizione le gocce di cioccolato, potete tritare del cioccolato fondente da una barretta oppure sostituirle con pari quantità di uvetta. 
In questo caso dovrete ammorbidire l'uvetta in una tazza d'acqua per 30 minuti, scolarla, asciugarla e infarinarla prima di iniziare ad impastare.
Per iniziare la preparazione dei biscotti ai fiocchi d'avena tritate finemente le mandorle fino ad ottenere una farina grossolana. Potete anche spezzettare una parte delle mandorle con il coltello per ottenere biscotti più croccanti.
In una ciotola capiente versate la farina e le mandorle tritate e mescolate. Aggiungete lo zucchero di canna integrale, i fiocchi di avena, le gocce di cioccolato fondente, la vaniglia in polvere e il lievito per dolci. Mescolate bene tutti gli ingredienti con il cucchiaio.
Ora che avete riunito tutti gli ingredienti secchi, potete iniziare ad aggiungere gli ingredienti liquidi. A poco a poco versate l'acqua e l'olio extravergine d'oliva e iniziate ad impastare il tutto con le mani. Se l'impasto dovesse sembrare un po' appiccicoso, potete unire ancora uno o due cucchiai di farina integrale per facilitare la lavorazione. Sarà più semplice se impasterete con le mani infarinate.
Impastate con energia fino a quando il composto sarà ben compatto come nella classica preparazione dei biscotti. 
Date all'impasto una forma sferica e lasciatelo riposare in frigorifero in una ciotola per 30 minuti.
A questo punto potrete dividere l'impasto in due o tre parti uguali e stenderne una alla volta con il mattarello su un piano infarinato. Mantenete uno spessore di circa mezzo centimetro. Ritagliate i biscotti con una formina rotonda e mano a mano posizionateli su teglie ricoperte di carta da forno.
biscotti ai fiocchi di avena fatti in casa
Cuocete i biscotti ai fiocchi d'avena in forno preriscaldato a 180°C per 20/25 minuti. Ovviamente il tempo è indicativo, i biscotti devono essere ben dorati. Al momento di sfornarli i biscotti devono essere ancora un pochino morbidi dato che si seccheranno raffreddandosi. Li potrete conservare in un sacchetto di carta o in una scatola di latta anche per tutta la settimana.


SECONDA RICETTA - Con farina di avena -
Ingredienti:

con queste quantità vengono circa venti biscotti
  • 250 gr. di farina di avena
  • 100 gr. di zucchero di canna
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 50 gr. di nocciole tritate
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva


Procedimento:
  • Mettere in una ciotola la farina, lo zucchero, le nocciole tritate e l'olio evo, impastare con le mani
  • Riscaldare in un pentolino leggermente lo sciroppo e sciogliere il lievito
  • Aggiungere il lievito nella farina e impastate nuovamente con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto
  • Lasciare riposare per dieci minuti
  • Preriscaldare il forno a 180°C
  • Prendere un po' di impasto alla volta, formare delle palline e schiacciarle leggermente (io le ho "decorate" facendo pressione con i rebbi di una forchetta)
  • Sistemare i biscotti sulla placca da forno foderata con carta forno
  • Cuocere per circa 15 minuti

Appena sfornati risultano morbidi e fragili.

PEPERONI RIPIENI DI MIGLIO

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Questa è la ricetta originale presa dal gruppo Vegetariani e Vegani in Campania.
Ho però pensato di farne una variante con il Purè di patate vegano


INGREDIENTI:
4 peperoni medi
200-250 gr di miglio
olio evo qb
curcuma qb
pepe qb
spezie a piacere (peperoni in polvere, granulare in polvere, noce moscata)
pangrattato qb
un po' trito di noci, nocciole, semini aromatici etc



PROCEDIMENTO:
Portare a bollore il miglio nel doppio del suo volume d'acqua leggermente salata e far cuocere per circa 20-25 minuti, poi lasciarlo intiepidire
Nel frattempo lavare e tagliare a metà i peperoni nel senso della lunghezza senza rovinare la forma a barca, privarli dei semi e dei filamenti bianchi e appoggiarli su una teglia ricoperta di carta forno.

Una volta che il miglio sia tiepido, condirlo con un filo di evo, curcuma, pepe, spezie varie e riempire le barchette di peperoni, spolverare con il trito di frutta secca e un filo di pangrattato. Infilare tutto nel forno a 200° per circa 40 minuti o almeno finchè i peperoni siano morbidi e abbrustoliti lievemente e si sia formata la crosticina in superficie.

VARIANTE CON IL PURE'

INGREDIENTI del purè
Per 2/4 persone:
500 kg patate,
100 ml latte di soia,
25gr ghee (burro chiarificato),
sale, pepe nero Q.B.

PROCEDIMENTO del purè

Pelate le patate, tagliarle a pezzi e metterle a bollore finchè non siano quasi sul punto di rompersi. Quindi passarle nello schiacciapatate e aggiungere il latte di soia e il ghee, 1/4 cucchiaino di sale e 2 pizzichi di pepe nero.

Per questa variante quindi:
Una volta che il miglio sia tiepido, condirlo con un filo di evo, curcuma, pepe, spezie varie, mescolare con un po' di purè e riempire le barchette di peperoni, ricoprire con uno strato di purè, usando una spatola, spolverare di pangrattato e forare la superficie con la forchetta (come si fa con le torte salate in pratica)
Infilare tutto nel forno a 200° per circa 40 minuti o almeno finchè i peperoni siano morbidi e abbrustoliti lievemente e si sia formata la crosticina sulla superficie del purè (come nella ricetta delle Lenticchie della Duchessa)








martedì 23 giugno 2015

FETTE BISCOTTATE INTEGRALI *MdP*

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Facilissime, buonissime, sanissime e ti fanno passare la voglia di comprarle dovendo impazzire dietro alle composizioni disturbanti piene di olio di palma, zucchero bianco, farine raffinate e via dicendo...
In più se in casa esiste una macchina del pane il procedimento è quanto mai semplificato.




Ingredienti:
250 ml di latte di soia;
35 ml di olio e.v.o;
5 gr di sale;
500 gr di farina integrale
2 bustine di lievito di birra in polvere;
40 gr di zucchero di canna scuro.

Procedimento:

Se si ha in casa una macchina del pane, basta mettere gli ingredienti nell’ordine esatto in cui sono stati scritti e si imposta il programma  che in genere è dei dolci (nella mia Moulinex OW311E è il 13) e si aspetta il beep conclusivo!

Se non si ha la macchina del pane si mette la farina, lo zucchero, il sale nell’impastatrice e si mescola, poi si aggiunge il latte tiepido in cui si è fatto sciogliere il lievito.
Si mescola per un pochino e poi si mette l’olio continuando a mescolare.
Si fa lievitare per un paio d’ore in forno chiuso con lampadina accesa, poi si riprende l’impasto, che risulta più secco di un normale pane, vista la presenza della farina integrale e i pochi grassi, gli si da la forma di un cilindro allungato e si mette nello stampo da plum-cake.
A questo punto si fa lievitare un altro paio d’ore. Infine si inforna a circa 200° per i primi 15 minuti e poi a 180° per altri 20-25 minuti circa.

In entrambi i casi è necessario, dopo aver fatto raffreddare completamente il panetto, aspettare diverse ore, meglio tutta la notte per tagliarlo in fettine spesse a piacere.
Poi si accende il forno e si fanno seccare per un po’.
L’unica avvertenza è controllarle spesso in questa fase, perché devono essere dorate, ma non troppo scure.
Si conservano tranquillamente tutta la settimana nei sacchetti di plastica e sono più consistenti di quelle comprate.


Fonte: La casa del coniglio bianco
 

PANE INTEGRALE CON POOLISH MdP*

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

INGREDIENTI:

PER IL POOLISH:

• 300gr Semola Rimacinata di Grano Duro
• 300gr. Acqua
• 1gr. Lievito Secco Naturale Bio o Secco di Birra

PER IMPASTO FINALE, Aggiungere al poolish:
• 200gr. Farina Integrale, “Macinata a Pietra”
• 1 c di sale fino
2 c di zucchero di canna (facoltativo)
2 C evo (facoltativo)

Nelle foto seguenti: MEZZO grammo di lievito fresco e MEZZO grammo di lievito secco. Per chi non avesse la bilancia di precisione. 















PREPARAZIONE:
Nella vaschetta della MdP mettere nell’ordine:
l’acqua, la farina “0” e il grammo di lievito secco.
Fare andare la MdP con il programma solo impasto (15 nella mia Moulinex WO311E e prevede 15 minuti di impasto) e una volta diventato “pappetta” spegnere, aggiungere i 200 gr. di farina integrale, il sale (nel caso si voglia, l'olio e lo zucchero) e
impostare nella MdP in questo modo:
➔ Peso del Pane: 750gr
➔ Crosta: Scura
➔ Programma: Pane Francese (9 nella mia Moulinex WO311E)
➔ Timer Partenza Ritardata: Totale X ore

Significa che la MdP calcola l’orario del Programma scelto e lo sottrae al numero X di ore.
Insomma dopo X ore esatte avrete il pane croccante e caldo perfetto per il pranzo, SANO, GENUINO e NON INGRASSANTE, perchè non bianco, Privo di zuccheri aggiunti, di miglioratori e di schifezze industriali varie,
perchè al Mattino la MdP si sarà messa in moto, avrà impastato di nuovo, avrà fatto lievitare nuovamente l’impasto ed lo avrà cotto a puntino!

Quando estrarrete il pane dalla macchina occorreranno almeno 45 minuti -1 ora per il raffreddamento, che dovrà avvenire su di una “gratella” e rialzata dal piano di appoggio.
 
IL POOLISH: 

Questo procedimento indiretto di lievitazione con il poolish è davvero ottimo e lo utilizzo sempre per fare il pane nella mdp.

Piccola parentesi culturale: Poolish deriva da Polish, che in inglese significa polacco. Era infatti la tecnica di pre-fermentazione in uso tra i panettieri polacchi, e consentiva di ottenere un pane molto morbido.

Non è la biga e non è il lievito madre. Si tratta di un metodo di lievitazione indiretta che prevede l'utilizzo di acqua e farina in quantità identiche.
Il lievito viene aggiunto in piccole dosi e il processo di fermentazione può durare molte ore, anche più di quindici, in base al quantitativo di lievito e al tipo di farina impiegata.
Si consiglia di utilizzare farine forti come grano duro e integrali.


Fonti: Cucina Green e Paolo Cavacece
Questo procedimento indiretto di lievitazione con il poolish è davvero ottimo e lo utilizzo sempre per fare il pane nella mdp.

Piccola parentesi culturale: Poolish deriva da Polish, che in inglese significa polacco. Era infatti la tecnica di pre-fermentazione in uso tra i panettieri polacchi, e consentiva di ottenere un pane molto morbido.

Non è la biga e non è il lievito madre. Si tratta di un metodo di lievitazione indiretta che prevede l'utilizzo di acqua e farina in quantità identiche
Il lievito viene aggiunto in piccole dosi e il processo di fermentazione può durare molte ore, anche più di quindici, in base al quantitativo di lievito e al tipo di farina impiegata. 
Si consiglia di utilizzare farine forti come grano duro e integrali.
- See more at: http://www.cucina-green.com/2012/05/lintegrale-un-amore-di-pane.html#sthash.XJrQWoq1.dpuf
Questo procedimento indiretto di lievitazione con il poolish è davvero ottimo e lo utilizzo sempre per fare il pane nella mdp.

Piccola parentesi culturale: Poolish deriva da Polish, che in inglese significa polacco. Era infatti la tecnica di pre-fermentazione in uso tra i panettieri polacchi, e consentiva di ottenere un pane molto morbido.

Non è la biga e non è il lievito madre. Si tratta di un metodo di lievitazione indiretta che prevede l'utilizzo di acqua e farina in quantità identiche
Il lievito viene aggiunto in piccole dosi e il processo di fermentazione può durare molte ore, anche più di quindici, in base al quantitativo di lievito e al tipo di farina impiegata. 
Si consiglia di utilizzare farine forti come grano duro e integrali.
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PIZZA INTEGRALE MdP

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

In caso disponiate di una MdP:


ORDINE ed INGREDIENTI (per 2 pizze abbastanza spesse o 3 più sottili, adatte alla misura del fornetto da pizza)

300 ml di acqua
4 Cucchiai di evo
1 cucchiaino di sale grosso
400 gr farina integrale
1 bustina di lievito MastroFornaio

PROCEDIMENTO IN MDP:

Programma per pizza della MdP (nel mio caso, Moulinex OW311E, è il numero 12, quello per pasta lievitata, che dura 1 ora e 20 min). In ogni caso l'impasto dovrà risultare gonfio (raddoppiato almeno di volume), morbido, elastico e leggermente umido.

Stenderlo sul tavolo da lavoro tenendo a disposizione della farina perchè servirà spruzzare continuamente la sfoglia mentre la si stende. 

lunedì 22 giugno 2015

PANE INTEGRALE MdP *

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

 (MdP = Macchina del pane)


Come fare un buon pane integrale utilizzando una classica macchina del pane, quella per il pane "a cassetta".

Ingredienti:

300 ml d'acqua a temperatura ambiente
1 cucchiaio e mezzo di olio extra vergine d'oliva
100 ml di latte di soia o riso a temperatura ambiente
500 gr di farina integrale
100 gr di farina di semola
1 cucchiaino e mezzo di sale fino
1 cucchiaino di zucchero di canna
Mezzo cucchiaio di lievito di birra in polvere disidratato, lo "yeast" tipo Mastro Fornaio per pizze e focacce


Procedimento:

Dunque, dopo aver pesato con precisione maniacale gli ingredienti di cui sopra, passiamo col metterli nel cestello della nostra macchina del pane. Non vanno aggiunti a casaccio, ma seguendo alcune semplici regole. La prima è quella di non far toccare il lievito col sale, altrimenti perde di forza.

Procedete così: mettete prima i liquidi (acqua, latte, olio), poi fate andare sopra i liquidi le due farine, senza mescolare, fatele solo andare sopra, poi la macchina farà tutto il resto.
Fatto ciò, praticate col dito due piccoli buchi nelle farine, non troppo profondi da toccare i liquidi, ben distanziati tra di loro, uno a destra e l'altro a sinistra. In uno metterete solo il sale, nell'altro invece potrete mettere lievito e zucchero insieme.
Così.


Questo è un ottimo trucco se si vuole lasciare l'impasto nella macchina del pane e programmarne l'accensione dopo qualche ora: in questo modo il lievito non rimarrà in contatto con il sale e non perderà di forza lievitante.
Mi raccomando, badate che gli ingredienti siano a temperatura ambiente e non freschi di frigo: questo soprattutto se volete accendere subito la macchina del pane. Una temperatura d'ambiente e non di frigo aiuterà la lievitazione e la lavorazione dell'impasto.

Prima che inizi il secondo ciclo di impasto potrete aggiungere un po' di semini (girasole, papavero, sesamo, zucca). Io mi trovavo in casa dei semi di papavero e ne ho aggiunti 3 cucchiai colmi e poi anche del pistacchio triturato. Devo dire che il pistacchio in questo pane è stato proprio una bella sorpresa.
Attenti a non aprire il coperchio durante la lievitazione o durante la cottura: sarebbe un disastro!
La mia macchina mi avverte con alcuni beep quando è il momento di aggiungere semini senza fare danni, e credo che anche nelle vostre ci sia questo avviso sonoro, quindi prestatevi orecchio!

Un volta sfornato (ci sarà bisogno di almeno 3 ore / 3 ore e mezza) fatelo riposare 5 minuti nel cestello ma fuori dalla macchina del pane, poi toglietelo dal cestello e fatelo evaporare per altri 5 minuti. Passato questo tempo, tagliatelo in due per facilitare l'uscita del vapore: in questo modo si asciugherà meglio.

 

FORZA DELLA FARINA - LA PANIFICAZIONE -

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

https://stilenaturale.com/wp-content/uploads/2015/03/Titolo_Italiano_28.jpg

Sono le farine di grano, sia duro che tenero e anche integrali, ad essere quelle con maggior forza: ciò significa che nel vostro impasto per il pane, esse non dovranno mai mancare.
Una farina di grano integrale lieviterà meno rispetto a una raffinata, ma la vostra pagnotta sarà più ricca di nutrienti.  
Una farina debole, le cui proprietà nutrizionali – ricordiamolo – sono di gran lunga superiori a quella di frumento, va aggiunta all’impasto da un minimo del 10% a un massimo del 30%: il resto dell’impasto dovrebbe essere composto da farine di frumento.

Una menzione particolare va alla farina di farro: nonostante sia annoverata tra le farine deboli, la farina di farro è, in realtà, una varietà antica per cui molto adatta alla panificazione. In un impasto per il pane, la farina di fatto può determinare il 40% massimo della quantità totale di farine.

Quindi, ricapitolando, per una buona e genuina pagnotta il nostro consiglio è quello di utilizzare:
Farine integrali o semintegrali biologiche e macinate a pietra;
– Farine forti
nella percentuale del 60%: ossia ricche di proteine e capaci di formare il glutine (farina di grano tenero e/o duro integrali o semintegrali);
– Farine deboli
nella percentuale del 10-30%: ossia farine nutrizionalmente eccezionali, ma con una bassa azione lievitante, ossia scarsamente atte alla formazione del glutine (avena, grano saraceno, miglio, segale, riso…).


Approfondimenti


Si fa spesso riferimento al termine generico di "farina" per indicare la farina di frumento.
Ma esistono molte qualità di farina di frumento e ogni ricetta necessita di un particolare tipo di per una riuscita ottimale.
In cucina, la farina può essere utilizzata principalmente per:
  • produrre pane e pasta;
  • produrre torte e prodotti di pasticceria;
  • addensare salse.
Per produrre torte lievitate con lievito chimico e per addensare salse serve una farina ricca di amido e povera di proteine.
Infatti il lievito chimico agisce con il calore del forno durante la cottura e la presenza del reticolo di glutine si oppone al rigonfiamento della pasta, determinando distorsioni nella forma delle torte. Non a caso spesso si usa l'amido in aggiunta alla farina.
L'addensamento delle salse è causato dall'assorbimento dell'acqua da parte dei globuli di amido, che si gonfiano e rendono denso il liquido nel quale sono immersi. Infatti, a tal scopo si usa spesso amido di mais (maizena) o di patate (fecola), che hanno il pregio di formare salse più chiare e insapore.
Le caratteristiche più importanti ai fini della panificazione riguardano invece una serie di caratteristiche che si riassumono nella forza della farina.

Forza della farina

Questa proprietà è legata in special modo (ma non solo) al contenuto di proteine, in particolare di gliadina e glutenina, che insieme compongono il glutine.

Una farina forte:
  • assorbe una maggior quantità di acqua nell'impasto;
  • rende l'impasto più resistente e tanace.
Queste caratteristiche consentono una maggior resistenza alla lievitazione grazie alle maglie più solide di glutine, evitando quindi che gli impasti si sgonfino e migliorando la qualità del pane.
La forza della farina si misura con apposite prove meccaniche sull'impasto (prova di estensibilità e di resistenza). Queste prove si possono riprodurre anche a casa, in modo empirico, per confrontare la forza di due farine diverse.
Esiste un indicatore (W) usato per classificare le farine in base alla loro forza.

Fino a 170 W (farine deboli)

Farine per biscotti, cialde, grissini, piccola pasticceria. Assorbono circa il 50% del loro peso in acqua.

Da 180 ai 260 W (farine medie)

Farine per impasti lievitati che necessitano di una media quantità di acqua (o altri liquidi) come pane francese, all’olio o alcuni tipi di pizza. Assorbono dal 55%-65% del loro peso in acqua e sono quelle più usate comunemente in pizzeria.

Da 280 ai350 W (farine forti)

Farine per impasti lievitati che necessitano di una elevata quantità di acqua (o altri liquidi) come babà, brioches, pasticceria lievitata naturalmente e pizza. Assorbono circa il 65% 75% del loro peso in acqua.

Oltre i 350 W (farine speciali)

Farine prodotte con grani speciali, soprattutto Americani, Canadesi (come la Manitoba) usate per rinforzare le farine più deboli o per produrre pani particolari. Assorbono fino al 90% del loro peso in acqua.
Purtroppo il W non viene riportato nelle farine per uso domestico, quindi l'unico dato per scegliere la farina è quello relativo al contenuto in proteine. Più elevato è questo valore, maggiore è l'attitudine alla panificazione.
Rivolgendosi a forni o pasticcerie, o a negozi di granaglie, è possibile acquistare farine classificate secondo il W.
 


MAIZENA - AMIDO DI MAIS (Sostituzione alla F00)

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

L'amido di mais anche detto maizena, lo trovate in ogni supermercato, ed è una farina che si ottiene da una lavorazione particolare del mais. Nella dieta alimentare è particolarmente indicata per le persone celiache, in sostituzione della classica farina bianca. Solitamente infatti chi è intollerante al glutine non lo è a questo tipo di proteine del mais.
Ma è anche un ingrediente segreto per migliorare tantissime ricette sia dolci sia salate.
In cucina la maizena si utilizza proprio come sostituto della farina bianca in molte preparazioni, come per esempio crepes a base di questa farina di mais, sono perfette per chi non tollera il glutine. Viene comunemente usata anche per preparare un piatto tradizionale del nord del Paese: la polenta. Più leggera e gustosa con questo tipo di farina.

La maizena viene poi usata in pasticceria per enfatizzare alcuni gusti, come quello del gelato, non solo per celiaci. In combinazione con certi alimenti sembra che questo ingrediente segreto ha il potere di migliorarne la qualità e sottolinearne il sapore.
Per i dolci, la maizena è l'asso nella manica che può fare la differenza. Si può sostituire fino ai 3/4 di farina, ed il risultato è fragrante ma sofficissimo, leccornie che si sciolgono in bocca. Insomma l'amido di mais o maizena è un ottimo alleato da tenere in cucina sempre a portata di mano. La maizena viene comunemente usata anche nella famosa dieta Dukan a sostituire la farina classica 00 nelle ricette dei dolci.

Pizza e maizena.
La pasta della pizza deve lievitare, e per far questo ha bisogno di proteine che formino una specie di rete per contenere le bolle d'aria. Per questo per il pane e le pizza si aggiungono le c.d. "farine di forza", come la manitoba che contengono più proteine. La maizena non contiene proteine, va bene per rendere più leggeri i dolci tipo pan di spagna o quelli col lievito chimico.  

TABELLA CONVERSIONI USA-ITA MISURE E PESI

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Misure generali: (cup = tazza; Tbsp = tablespoon = cucchiaio da minestra; Tsp = teaspoon = cucchiaio da te)

1 US cup = 16 US tablespoons = 236 mL
1 Tablespoon = 3 teaspoons = 15 mL
1 quart = 4 cups = 0.95 litri
1 ounce = 28 g
1 pound = 16 ounces = 454 g

Burro:

1 cup = 230 g
1 Tablespoon = 14.5 g
1 stick = 1/2 cup = 8 Tbsp = 115 g

Farina (in larga parte dipende dal tipo di farina):

La farina americana e quella europea sono diverse come composizione, e il peso della farina varia notevolmente a seconda della qualità usata.
French Italian American Grammi per cup
t 45 farina 00 Cake/Pastry flour 115 g / cup
t 55 farina 0 all-purpose 125 g / cup
t 65 farina 1 high gluten 140 g / cup
t 150 integrale whole wheat 120 g / cup
de grau manitoba bread flour 130 g / cup
epeautre farro spelt 100 g / cup
seigle segale rye Light: 100 g / cup
Dark: 125 g / cup
sarrasin saraceno buckweat 120 g / cup

Zucchero:

Zucchero bianco: 1 cup = 200 g
Zucchero bruno (Brown sugar) : 1 cup = 220 g
Zucchero a velo: 1 cup= 120 g

Latte/ Yogurt/Panna/ Latticello:

1 cup = 245 g
1 litro = 1030 g

Water:

1 cup = 236 g

Lievito per dolci (Baking soda) e bicarbonato di soda (Baking powder):

1 Tbsp = 15 g
1 tsp = 5 g

 

domenica 21 giugno 2015

STRACCHINO VEGANO

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar



INGREDIENTI:
- 2 cucchiaini colmi di fecola di patate
- 6 cucchiai di latte di soia
- 1 cucchiaio di panna di soia
- 1 cucchiaino di burro di soia (o margarina senza grassi idrogenati)
- 3 cucchiai di yogurt di soia al naturale
- sale q.b.

PROCEDIMENTO:
* Mettete la fecola di patate e iniziate ad aggiungere a filo il latte di soia mescolando bene con la frusta affinchè non si formino grumi.
* Appena il composto è omogeneo aggiungete la panna di soia, il burro di soia, il sale e lo yogurt.
* Mescolate bene e cuocete a fuoco lento, sempre mescolando, per 10 minuti.
* Prendete una tazza, spennellatela d'olio e versateci dentro il composto.
* Mettete in frigo per almeno 6/8 ore.
 

TORTINE VEGANE SOIA E CACAO

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Queste tortine vegane soia e cacao sono dolcetti davvero buonissimi: l’impasto è molto denso, ricorda un plumcake ma gli ingredienti sono tutti vegani.
Adattissime per la colazione, sono ottime anche per merenda o un goloso fine pasto.

Tortine vegane soia e cacao

Ingredienti x 5 tortine (stampino rettangolare da 5,5 x 8)
130 g di farina integrale
70 g di zucchero di canna
150 ml di latte di soia
2 cucchiai di olio di semi di mais o evo o ghee reso liquido
4 g di cremor tartaro o lievito per dolci
40 g di cacao amaro in polvere

L’impasto
In una ciotola capiente setacciate la farina insieme al lievito, aggiungete poi lo zucchero e poi a seguire il cacao in polvere: mescolate bene le polveri fra di loro.

I liquidi
Aggiungete ora i liquidi: l’olio e il latte di soia (potete sostituire con del latte si riso se preferite questo sapore). Mescolate il composto aiutandovi con un cucchiaio fino a che non sarà ben omogeneo: non deve essere eccessivamente solido/grumoso.

Inforniamo
Versate il composto negli stampini (potete utilizzare anche degli stampi da muffin) e cuocete in forno statico già caldo a 180° per circa 15/20 minuti.
Una volta pronte, lasciate raffreddare le tortine (meglio se su una gratella per dolci) e servitele.

 Vegolosi


Tortine vegane soia e cacao Le tortine vegane soia e cacao sono dolcetti davvero buonissimi: l’impasto è molto denso, ricorda un plumcake ma gli ingredienti sono tutti vegani. Adattissime per la colazione, sono ottime anche per merenda o un goloso fine pasto. Volete provarle? Ecco la ricetta! Ingredienti x 5 tortine (stampino rettangolare da 5,5 x 8) 130 g di farina 0 o farina integrale 70 g di zucchero di canna 150 ml di latte di soia 2 cucchiai di olio di semi di mais 4 g di cremor tartaro 40 g di cacao amaro in polvere L’impasto In una ciotola capiente setacciate la farina 0 insieme al lievito, aggiungete poi lo zucchero semolato (potete sostituire anche con dello sciroppo di malto di mais, anche se il risultato sarà decisamente più amaro a causa del cacao) e poi a seguire il cacao in polvere: mescolate bene le polveri fra di loro. I liquidi Aggiungete ora i liquidi: l’olio di mais e il latte di soia (potete sostituire con del latte vaccino per rendere la ricetta vegetariana, oppure con del latte si riso se preferite questo sapore). Mescolate il composto aiutandovi con un cucchiaio fino a che non sarà ben omogeneo: non deve essere eccessivamente solido/grumoso. Inforniamo Versate il composto negli stampini (potete utilizzare anche degli stampi da muffin) e cuocete in forno statico già caldo a 180° per circa 15/20 minuti. Una volta pronte, lasciate raffreddare le tortine (meglio se su una gratella per dolci) e servitele.
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sabato 20 giugno 2015

EBOOK GRATUITO - ORTO SUL BALCONE -

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar


http://www.coltivareorto.it/coltivare-orto-ebook.html
Un interessante Ebook gratuito, che spiega come coltivare l’orto sul proprio balcone.

Questo Ebook di 20 pagine contiene:
  • I consigli essenziali per iniziare l’orto in balcone;
  • La guida passo dopo passo sulla semina;
  • I consigli per l’annaffiatura;
  • I calendari della semina e della raccolta;
  • La tabella per scegliere gli ortaggi più adatti.
 Per scaricare l’Ebook basta cliccare qui.

Fonte: Cosmosicula

venerdì 19 giugno 2015

MUFFINCAKE VEGANA ALLA PESCA

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar




Ingredienti:
200 gr farina integrale,
70 gr zucchero di canna ridotto a velo,
100 ml di latte di soia,
1 bustina di lievito,
30 ml di evo
qualche goccia di limone,
3 pesche, (due da ridurre con il mixer ad immersione per ottenere circa 100 ml di liquido, quindi in peso solido circa 150 gr; e una per la decorazione finale),
40 gr mandorle,
100 ml circa di pesca frullata (150 g di pesche intere circa) 2 cucchiaini di succo di limone
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=9310





Procedimento:
Sbuccio, snocciolo, taglio e frullo, 2 delle tre pesche, tenendo a portata di mano il latte di soia





Aggiungo il latte di soia alle pesche, continuando a frullare finchè non si amalgama tutto, restando molto liquido.



Unisco farina, zucchero, lievito, olio e qualche goccia di limone in un'altra ciotola.

Aggiungo il liquido e continuo a frullare. A parte sbuccio, snocciolo e taglio a pezzetti l'ultima pesca e pesto le mandorle, delle quali metà andrà nel composto seguitando a frullare.





Opzioni disponibili: riempire i pirottini da muffin (circa 10) a metà con il composto o una teglia da plumcake foderata di carta forno.
Scelgo la seconda e spolvero la superficie con le mandorle tritate restanti e infilo i pezzetti di pesca.




In caso di pirottini, dovrebbero bastare 20-25 min di forno a 180°; in caso di teglia ovviamente il tempo si allunga e occorrono più prove stecchino. Ad ogni modo 40-45 minuti.




MOZZARELLA VEGANA CON LATTE E YOGURT DI SOIA (SENZA AGAR AGAR)

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

DUE RICETTE 

PRIMA RICETTA (con video)


Mozzarella Vegan

Ingredienti per 1kg di mozzarella (nella foto c'è una mozzarella da 500 gr):
  • 75 gr di fecola di patate;
  • 25 gr di amido di mais;
  • 500 gr di yogurt di soia senza zucchero;
  • 250 ml di latte di soia, o altro latte senza zucchero;
  • 50 ml di olio di mais;
  • 2 cucchiaini di sale;
  • poche gocce di limone(facoltativo).
Procedimento:
Scegliete il contenitore che darà la forma alla vostra mozzarella.
Potete usare un contenitore rettangolare, una scodella da colazione (verrà fuori una mozzarella come quella della foto) o il bicchierone del frullatore a immersione.  
Ungete il contenitore scelto con poco olio di mais o la vostra mozzarella una volta fredda rimarrà incollata ad esso.
Miscelate in una pentola le farine con il sale, e aggiungete piano piano il latte sbattendo con una frusta per evitare grumi.
Sciolti i grumi aggiungete anche l’olio.
Mettete la pentola sul fuoco medio-basso, continuando a miscelare. Appena il composto inizia ad addensarsi formando una crema aggiungete anche gli yogurt e poche gocce di limone senza esagerare o diventerà troppo acida.
Continuate a miscelare fino a quando avrete difficoltà a proseguire con la frusta.
A questo punto abbassate il fuoco al minimo e continuate a girare con una spatola di legno per circa 4 minuti (buona cosa è usare il timer).
Passato questo tempo avrete davanti un composto colloso e filante, se non è cosi proseguite fino a quando lo diventerà, ma occhio a non bruciare tutto! (In caso di pentola antiaderente con rivestimento in pietra ad esempio, il composto si staccherà facilmente dalle pareti)
Spegnete il fuoco e versate il composto negli stampi scelti. Lasciate raffreddare e una volta tiepido trasferite in frigo, dove per solidificarsi deve restare per qualche ora.

A questo punto potete gustare la vostra mozzarella vegetale autoprodotta, vi stupirete della sua consistenza soda ma che si scioglie al palato, e dal gusto delicato. A seguire il video e la seconda ricetta




SECONDA RICETTA

INGREDIENTI: - 30 g di fecola di patate
- 100 g di latte di soia
- 50 g di panna di soia
- 2 cucchiaini di olio di oliva
- 180 g di yogurt di soia al naturale
- 2 pizzichi di sale

(una buona variante si ha aggiungendo lievito alimentare in scaglie)

PROCEDIMENTO
* Mettete la fecola di patate e iniziate ad aggiungere a filo il latte di soia mescolando bene con la frusta affinchè non si formino grumi.
* Appena il composto è omogeneo aggiungete la panna di soia e l'olio continuando a mescolare bene.
* Cuocere un paio di minuti a fuoco lento, sempre mescolando, fino a che non inizia ad addensarsi.
* Togliete dal fuoco, aggiungete lo yogurt, il sale, mescolate bene e cuocete a fuoco lento, sempre mescolando, per 10 minuti.
* Prendete una tazza, spennellatela d'olio e versateci dentro il composto.
* Mettete in frigo per almeno 5 ore.

CIPOLLE DA SCARTI E GERMOGLI

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Spiegazione e video a fine pagina sul procedimento da seguire per piantare le cipolle dagli scarti o dalle cipolle germogliate.
 
cipolle

Tagliare orizzontalmente la base (nel video più giù vedrete meglio) a circa un centimetro dalla radice.
Lasciare asciugare questo fondo di cipolla vicino la finestra aperta o nella veranda per 2 ore almeno.

Poi prendere un vasetto, riempirlo di terriccio universale per 2/3, posizionare il nostro fondo di cipolla, o più di uno, e aggiungere altri 2 centimetri di terriccio seppellendolo.

Fondi di cipolla messi nel vaso prima di essere sotterrati
Fondi di cipolla messi nel vaso prima di essere sotterrati

Mantenere il terreno umido ogni giorno e dopo circa 2 settimane vedremo affiorare dalla terra i germogli di cipolle. Appena saranno cresciuti di qualche centimetro, possiamo dissotterrare e ripiantare dove vogliamo. Volendo anche in un vaso sul balcone, profondo almeno 40 cm, e distanziando le cipolle 10 cm una dall’altra. Guardate il video qua sotto e sarà tutto più chiaro.


PIANTARE LE PATATE (+ video)

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar


PATATE Ci sono molti modi di essere un agricoltore, non sempre è necessario avere una cascina, un terreno o un terrazzo, spesso un balcone anche piccolo è sufficiente. Con un piccolo spazio all’aperto si possono coltivare con successo una quantità di patate che potrebbe soddisfare il vostro consumo per un intero anno. La patata è un tubero molto produttivo, in media da un chilogrammo di patate se ne ottengono 10 kg e a volte anche di più, quindi piantandone 3-4 kg avreste circa 40 kg di patate che normalmente sono sufficienti per il consumo familiare di un anno. Per avere questa alta resa la patata in un campo necessita di essere rincalzata. Con questo termine si intende che, una volta che la pianta è germinata va coperta con la terra il basamento della pianta, così facendo questa produrrà più tuberi. Tutto questo in un piccolo balcone non sarebbe possibile perchè il vaso dovrebbe essere molto grande e profondo. La soluzione ideale è coltivarle in un sacco di iuta. Questi sacchi si possono comprare nei garden ma se non volete pagarli una fortuna basta comprare un sacco di patate da mangiare e utilizzare lo stesso sacco per la coltivazione della stagione successiva. Procedimento Si inserisce nel sacco terriccio, possibilmente biologico visto che non è per fiori ma per il vostro cibo, per un’altezza di circa 30 cm. Sotto questo terriccio metterete il vostro tubero, in un sacco di medie dimensioni ci possono stare dalle 2 alle 4 patate, calcolate di lasciare circa 30 – 40 cm di distanza da una all’altra. Piuttosto di metterne troppe fate più sacchetti, ne guadagnerà la produzione. La patata va interrata per circa 5 cm. In un balcone non serve pacciamare con la paglia, le erbe infestanti saranno poche e potrete toglierle tranquillamente a mano. Quando la pianta sarà alta circa 30 cm sarà ora di aggiungere terriccio nel sacco in modo tale da far si che la pianta si sviluppi in altezza e produca più tuberi. Fate in modo che l’aggiunta copra la pianta alla base lasciando fuori sempre un 20 – 25 cm di pianta con le sue foglie. Nel giro di 3 – 4 mesi il sacco sarà stato riempito fino quasi all’orlo e verso luglio la pianta comincerà a seccarsi. A questo punto svuotate il sacco e avrete moltissime patate pronte per essere consumate. I nemici della patata I nemici numero uno della patata sono le Dorifore, sono piccoli scarabei di color arancio con strisce nere che mangiano voracemente tutte le foglie insieme alle loro larve, simili a bruchi più tozzi sempre di color arancio. In una coltivazione intensiva si usano sostanze chimiche o sostanze biologiche fatte di solito con macerati di felce, pacciamature di nasturzio, fave, rafano o cavolo o la consociazione con fiori di talete o calendula. Ma nel vostro sacco sarà sufficiente che passiate ogni giorno a fare un giro e togliate a mano, se ne vedete gli ospiti indesiderati. Altri problemi che possono sorgere sono la comparsa degli afidi, di solito la patata si difende bene da questi parassiti, se ne viene colpita è perchè la posizione non è ottimale. Ricordo un sacco che provai coltivare in un balcone chiuso, evidentemente troppo umido o troppo caldo per le necessità della patata, che buttai via in giardino perché la pianta era coperta di afidi, a nulla era valso spruzzarla con macerati e prodotti bio comprati in consorzio. Decisi così di buttarla fuori casa, avrei atteso la morte della pianta e poi vuotato il sacco. Sorprendentemente come fu messa all’aperto non morì ma anzi in pochi giorni tutti gli afidi erano scomparsi e la pianta godeva di ottima salute, la lasciai li e continuai solo a bagnarla e a fine estate ebbi il mio raccolto ormai dato per perso. Acqua Le patate soffrono la siccità e quindi il terriccio va tenuto sempre umido, ma senza ristagli, cosa peraltro difficile in un sacco di iuta. Controllate sopratutto sul fondo che non si formino muffe, meglio sarebbe appoggiare il sacco su un rialzo che permetta l’areazione anche sotto, ad esempio un piccolo bancale o una cassetta della frutta solida. Ultima raccomandazione, la patata è una solanacea; il suo nome deriva dal fatto che nelle sue foglie e frutti “non il tubero ma i frutti simili a pomodori che spuntano dalla pianta” è presente la solanina, sostanza tossica per l’uomo. Questa sostanza può manifestarsi anche nel tubero se questo è esposto alla luce. Se raccogliendo le patate ne trovate alcune verdi, non mangiatele e buttatele via.
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=14160
PATATE Ci sono molti modi di essere un agricoltore, non sempre è necessario avere una cascina, un terreno o un terrazzo, spesso un balcone anche piccolo è sufficiente. Con un piccolo spazio all’aperto si possono coltivare con successo una quantità di patate che potrebbe soddisfare il vostro consumo per un intero anno. La patata è un tubero molto produttivo, in media da un chilogrammo di patate se ne ottengono 10 kg e a volte anche di più, quindi piantandone 3-4 kg avreste circa 40 kg di patate che normalmente sono sufficienti per il consumo familiare di un anno. Per avere questa alta resa la patata in un campo necessita di essere rincalzata. Con questo termine si intende che, una volta che la pianta è germinata va coperta con la terra il basamento della pianta, così facendo questa produrrà più tuberi. Tutto questo in un piccolo balcone non sarebbe possibile perchè il vaso dovrebbe essere molto grande e profondo. La soluzione ideale è coltivarle in un sacco di iuta. Questi sacchi si possono comprare nei garden ma se non volete pagarli una fortuna basta comprare un sacco di patate da mangiare e utilizzare lo stesso sacco per la coltivazione della stagione successiva. Procedimento Si inserisce nel sacco terriccio, possibilmente biologico visto che non è per fiori ma per il vostro cibo, per un’altezza di circa 30 cm. Sotto questo terriccio metterete il vostro tubero, in un sacco di medie dimensioni ci possono stare dalle 2 alle 4 patate, calcolate di lasciare circa 30 – 40 cm di distanza da una all’altra. Piuttosto di metterne troppe fate più sacchetti, ne guadagnerà la produzione. La patata va interrata per circa 5 cm. In un balcone non serve pacciamare con la paglia, le erbe infestanti saranno poche e potrete toglierle tranquillamente a mano. Quando la pianta sarà alta circa 30 cm sarà ora di aggiungere terriccio nel sacco in modo tale da far si che la pianta si sviluppi in altezza e produca più tuberi. Fate in modo che l’aggiunta copra la pianta alla base lasciando fuori sempre un 20 – 25 cm di pianta con le sue foglie. Nel giro di 3 – 4 mesi il sacco sarà stato riempito fino quasi all’orlo e verso luglio la pianta comincerà a seccarsi. A questo punto svuotate il sacco e avrete moltissime patate pronte per essere consumate. I nemici della patata I nemici numero uno della patata sono le Dorifore, sono piccoli scarabei di color arancio con strisce nere che mangiano voracemente tutte le foglie insieme alle loro larve, simili a bruchi più tozzi sempre di color arancio. In una coltivazione intensiva si usano sostanze chimiche o sostanze biologiche fatte di solito con macerati di felce, pacciamature di nasturzio, fave, rafano o cavolo o la consociazione con fiori di talete o calendula. Ma nel vostro sacco sarà sufficiente che passiate ogni giorno a fare un giro e togliate a mano, se ne vedete gli ospiti indesiderati. Altri problemi che possono sorgere sono la comparsa degli afidi, di solito la patata si difende bene da questi parassiti, se ne viene colpita è perchè la posizione non è ottimale. Ricordo un sacco che provai coltivare in un balcone chiuso, evidentemente troppo umido o troppo caldo per le necessità della patata, che buttai via in giardino perché la pianta era coperta di afidi, a nulla era valso spruzzarla con macerati e prodotti bio comprati in consorzio. Decisi così di buttarla fuori casa, avrei atteso la morte della pianta e poi vuotato il sacco. Sorprendentemente come fu messa all’aperto non morì ma anzi in pochi giorni tutti gli afidi erano scomparsi e la pianta godeva di ottima salute, la lasciai li e continuai solo a bagnarla e a fine estate ebbi il mio raccolto ormai dato per perso. Acqua Le patate soffrono la siccità e quindi il terriccio va tenuto sempre umido, ma senza ristagli, cosa peraltro difficile in un sacco di iuta. Controllate sopratutto sul fondo che non si formino muffe, meglio sarebbe appoggiare il sacco su un rialzo che permetta l’areazione anche sotto, ad esempio un piccolo bancale o una cassetta della frutta solida. Ultima raccomandazione, la patata è una solanacea; il suo nome deriva dal fatto che nelle sue foglie e frutti “non il tubero ma i frutti simili a pomodori che spuntano dalla pianta” è presente la solanina, sostanza tossica per l’uomo. Questa sostanza può manifestarsi anche nel tubero se questo è esposto alla luce. Se raccogliendo le patate ne trovate alcune verdi, non mangiatele e buttatele via.
Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=14160
PATATE

Ci sono molti modi di essere un agricoltore, non sempre è necessario avere una cascina, un terreno o un terrazzo, spesso un balcone anche piccolo è sufficiente.
Con un piccolo spazio all’aperto si possono coltivare con successo una quantità di patate che potrebbe soddisfare il vostro consumo per un intero anno.
La patata è un tubero molto produttivo, in media da un chilogrammo di patate se ne ottengono 10 kg e a volte anche di più, quindi piantandone 3-4 kg avreste circa 40 kg di patate che normalmente sono sufficienti per il consumo familiare di un anno.

Per avere questa alta resa la patata in un campo necessita di essere rincalzata. Con questo termine si intende che, una volta che la pianta è germinata va coperta con la terra il basamento della pianta, così facendo questa produrrà più tuberi.
Tutto questo in un piccolo balcone non sarebbe possibile perchè il vaso dovrebbe essere molto grande e profondo.

La soluzione ideale è coltivarle in un sacco di iuta.
Questi sacchi si possono comprare nei garden ma se non volete pagarli una fortuna basta comprare un sacco di patate da mangiare e utilizzare lo stesso sacco per la coltivazione della stagione successiva.

Procedimento (con video dimostrativo a fine pagina)
Si inserisce nel sacco terriccio, possibilmente biologico visto che non è per fiori ma per il vostro cibo, per un’altezza di circa 30 cm.
Sotto questo terriccio metterete il vostro tubero, in un sacco di medie dimensioni ci possono stare dalle 2 alle 4 patate, calcolate di lasciare circa 30 – 40 cm di distanza da una all’altra. Piuttosto di metterne troppe fate più sacchetti, ne guadagnerà la produzione. La patata va interrata per circa 5 cm.
In un balcone non serve pacciamare con la paglia, le erbe infestanti saranno poche e potrete toglierle tranquillamente a mano.
Quando la pianta sarà alta circa 30 cm sarà ora di aggiungere terriccio nel sacco in modo tale da far si che la pianta si sviluppi in altezza e produca più tuberi.
Fate in modo che l’aggiunta copra la pianta alla base lasciando fuori sempre un 20 – 25 cm di pianta con le sue foglie.
Nel giro di 3 – 4 mesi il sacco sarà stato riempito fino quasi all’orlo e verso luglio la pianta comincerà a seccarsi.
A questo punto svuotate il sacco e avrete moltissime patate pronte per essere consumate.

I nemici della patata
I nemici numero uno della patata sono le Dorifore, sono piccoli scarabei di color arancio con strisce nere che mangiano voracemente tutte le foglie insieme alle loro larve, simili a bruchi più tozzi sempre di color arancio.
In una coltivazione intensiva si usano sostanze chimiche o sostanze biologiche fatte di solito con macerati di felce, pacciamature di nasturzio, fave, rafano o cavolo o la consociazione con fiori di talete o calendula.
Ma nel vostro sacco sarà sufficiente che passiate ogni giorno a fare un giro e togliate a mano, se ne vedete gli ospiti indesiderati.

Altri problemi che possono sorgere sono la comparsa degli afidi, di solito la patata si difende bene da questi parassiti, se ne viene colpita è perchè la posizione non è ottimale.
Ricordo un sacco che provai coltivare in un balcone chiuso, evidentemente troppo umido o troppo caldo per le necessità della patata, che buttai via in giardino perché la pianta era coperta di afidi, a nulla era valso spruzzarla con macerati e prodotti bio comprati in consorzio. Decisi così di buttarla fuori casa, avrei atteso la morte della pianta e poi vuotato il sacco. Sorprendentemente come fu messa all’aperto non morì ma anzi in pochi giorni tutti gli afidi erano scomparsi e la pianta godeva di ottima salute, la lasciai li e continuai solo a bagnarla e a fine estate ebbi il mio raccolto ormai dato per perso.

Acqua
Le patate soffrono la siccità e quindi il terriccio va tenuto sempre umido, ma senza ristagli, cosa peraltro difficile in un sacco di iuta.
Controllate sopratutto sul fondo che non si formino muffe, meglio sarebbe appoggiare il sacco su un rialzo che permetta l’areazione anche sotto, ad esempio un piccolo bancale o una cassetta della frutta solida.

Ultima raccomandazione, la patata è una solanacea; il suo nome deriva dal fatto che nelle sue foglie e frutti “non il tubero ma i frutti simili a pomodori che spuntano dalla pianta” è presente la solanina, sostanza tossica per l’uomo.
Questa sostanza può manifestarsi anche nel tubero se questo è esposto alla luce.
Se raccogliendo le patate ne trovate alcune verdi, non mangiatele e buttatele via.




Fonte:

martedì 16 giugno 2015

CIBI DA NON CONSERVARE IN FRIGO

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Un piccolo elenco di cibi regalati dalla natura che è preferibile conservare fuori dal frigorifero.

Patate
Le patate sono uno dei cibi che è necessario conservare in un luogo buio e asciutto, preferibilmente a temperatura ambiente. Questo perché le basse temperature distruggono il sapore della patata. Il freddo del frigorifero inoltre trasforma gli amidi delle patate in zuccheri. Una reazione che ne altera quindi gusto e qualità.

Cipolle
Anche le cipolle devono essere conservate a temperatura ambiente, possibilmente in un sacchetto di rete. Il frigorifero, infatti, ne altera il gusto e le rende molli.
In questo caso è necessario prestare attenzione alle temperature: il troppo caldo potrebbe portarle a germogliare. Per questo, il luogo ideale dove conservarle è la cantina, dove possono essere disposte all’interno di un cesto in vimini, coperto con dei fogli di giornale. O ancora in dispensa, dentro una busta di carta. La carta aiuterà a tenere a bada l’umidità e la conseguente proliferazione di microrganismi.
C’è chi suggerisce inoltre di tenere lontani patate e cipolle, perché la vicinanza potrebbe far marcire i prodotti con più velocità.

Aglio
Così come le cipolle, l’aglio deve essere conservato preferibilmente fuori dal frigorifero, in sacchetti di rete. La temperatura ideale di conservazione è intorno ai 10 gradi: questo gli permetterà di non germogliare. L’ideale sarebbe una cantina, ma l’aglio può essere conservato anche in dispensa. In questo caso, non lavatelo prima di consumarlo e tenetelo in sacchetti di carta, al riparo dalla luce, ma avendo sempre la possibilità di respirare, in modo da evitare umidità e marciume.

Pomodori
Quasi sempre tendiamo a conservare i pomodori in frigorifero, ma non è la soluzione migliore, visto che le basse temperature fanno perdere il loro sapore. Meglio conservarli in un luogo scuro, a temperatura ambiente, in un sacchetto di carta per evitare che si disidratino. Nel frigorifero, infatti, questo alimento tende a diventare molle e pastoso. Ma c’è anche un’altra ragione per cui i pomodori non dovrebbero essere tenuti in frigo: il freddo li danneggia. Molti enzimi, infatti, perdono efficacia alle basse temperature. Questo vale per i pomodori, ma anche per i cetrioli.

Mele
Se conservate nel frigorifero, le mele perdono la loro consistenza croccante e diventano nere e mollicce. Meglio conservarle in un luogo fresco e lontano dall’umidità 

Banane
Le banane sono un frutto che teme il frigorifero. Le basse temperature e l’umidità del frigorifero, infatti, le fanno marcire più in fretta.

Agrumi
Secondo molti, conservare gli agrumi in frigorifero li rende più amari. Meglio tenerli in un luogo asciutto e fresco. I limoni, invece, possono essere conservati nel cassetto che si usa in genere per le verdure. Se sono tagliati, vanno messi in frigo con la parte aperta a contatto con il piatto.
In ogni caso, comunque, non lavate frutta o verdura prima di metterli in frigo: l’aumento di umidità favorisce la crescita delle muffe e dei batteri.

CONSERVARE FRUTTA E VERDURA

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

Per conservare al meglio frutta e verdura, ecco una serie di accorgimenti che possono aiutarci evitando che questi cibi diventino neri e immangiabili.
Si tratta più che altro di errori da evitare o piccoli trucchetti che non tutti conoscono.
A seguire gli utili consigli che possono aumentare il tempo di conservazione degli alimenti.

Cipolle
Se avete dei vecchi collant che non usate più, potrebbe essere l’occasione giusta per tirarli fuori dal cassetto! Usarli per conservare le cipolle vi permetterà di farle durare fino a 8 mesi. Mettete una cipolla alla volta dentro la calza. Ogni pezzo sarà separato dall’altro con un nodo, in modo che abbia lo spazio e l’ossigeno sufficiente. È una soluzione molto pratica: quando vi servirà una cipolla, basterà tagliare la parte di calza nella quale è contenuta. Attenzione: tenetele assolutamente lontano dalle patate.

Patate
Come abbiamo già visto, le patate sono uno dei cibi che è necessario conservare in un luogo buio e asciutto, preferibilmente a temperatura ambiente. Il frigorifero, ad esempio, trasforma gli amidi contenuti in questo alimento in zuccheri, determinando una perdita in gusto e qualità. C’è chi dice che mettere delle mele vicino alle patate le faccia rimanere più a lungo senza germogli. Non mettiamo la mano sul fuoco su quest’ultimo consiglio, su cui ci sono pareri discordanti.

Banane
Ecco un tasto dolente: le banane! È difficile conservarle, perché sembra che qualsiasi cosa si faccia, anneriscano comunque! Prima regola: mai metterle in frigorifero. Visto che le banane sono un frutto che continua a maturare anche dopo essere stato staccato dalla pianta, potete conservarle avvolgendo un po’ di pellicola attorno ai piccioli. Questo eviterà il diramarsi dell’etilene dalla base al resto del frutto, cosa che le porta ad annerire più velocemente. Conservarle separatamente può essere un ulteriore suggerimento.

Fragole
Anche le fragole sono difficili da conservare, soprattutto se acquistate in grande quantità. Ecco un segreto che potrebbe aiutarvi: mettete in un’insalatiera una soluzione composta da 10 parti di acqua e una di aceto di mele. Mettete dentro le fragole, mescolate di tanto in tanto e risciacquate. L’aceto le purificherà dai batteri, consentendovi di conservarle più a lungo.

Asparagi e piante aromatiche a foglia verde
Per entrambi questi alimenti, si consiglia di conservarli come si fa con i fiori: tagliare di un centimetro i gambi e riporli in un vaso pieno di acqua fresca. Per gli asparagi, una volta sistemati in questo modo, possono essere riposti in frigo, coperti da una busta di plastica. Dureranno per una settimana. Ricordate però di cambiare l’acqua quando vedete che è diventata troppo scura. Un consiglio in più per le erbe aromatiche: potete pensare di congelarle in cubetti, mischiandole insieme e mettendo dell’olio. In questo modo avrete dei preziosi condimenti per le vostre zuppe, da usare in qualsiasi momento.

Insalata
Per conservare più a lungo l’insalata, è necessario innanzitutto liberarla dell’involucro di plastica (se c’è ovviamente). Avvolgetela poi in un foglio di carta assorbente e riponetela nell’insalatiera. La carta aiuterà a eliminare l’umidità che la fa marcire più velocemente. Quando vedete che sta appassendo, fate questo esperimento: immergetela nell’acqua ghiacciata. Inoltre, eliminate le foglie esterne se sono decomposte.

Aglio
Anche l’aglio è preferibile conservarlo fuori dal frigo, per evitare che germogli. Meglio tenerlo in un luogo fresco e asciutto come una cantina. Al limite, può essere conservato, pelato e in spicchi separati in sacchetti, nel freezer.

Broccoli
I broccoli sono un ortaggio che è preferibile consumare subito. Se ne avete tanti e avete paura che si perdano, potete decidere di congelarli, previa bollitura.

Zenzero
Se pensate che lo zenzero possa andare a male, tagliatelo a cubetti e conservatelo in freezer: sarà più semplice da grattugiare.

Funghi
Assolutamente no buste di plastica. Meglio tenerli in frigo dentro buste di carta.

LISTA PRODOTTI INCI VERDE

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar


VIVIVERDE COOP:

-Gel Detergente rinfrescante Viviverde Coop
-Crema Viso rivitalizzante protettiva Viviverde Coop
-Crema Mani idratante e protettiva Viviverde Coop
-Crema Corpo nutriente protettiva Viviverde Coop
-Burrocacao idratante protettivo Viviverde Coop
-Latte Detergente delicato Viviverde Coop
-Struccante occhi idratante delicato Viviverde Coop
-Tonico purificante rinfrescante Viviverde Coop
-Salviette Struccanti idratanti delicate Viviverde Coop

SHAMPOO, BALSAMI e STYLING CAPELLI:

-Shampoo fortificante officinalis L'Angelica
-Shampoo Ultradolce alla Camomilla Garnier
-Shampoo Ultradolce al Cacao e all'olio di cocco Garnier
-Balsamo ravvivante Camomilla Schultz
-Maschera ristrutturante Camomilla Schultz
-Balsamo fortificante Puliti e Brillanti Garnier Fructis
-Balsamo Ultradolce alla Mandorla e fiori di Loto Garnier
-Gel d' Aloe vera Equilibra
-Spuma Capelli LaVera
-Spuma fissante capelli Farfalla
-Spuma Capelli ricci Frank Provost

CREME, BAGNOSCHIUMA e COSMETICI VISO e CORPO:

-Latte Detergente Bionova
-Balsamo corpo Bionova
-Crema Mani all' olio di Argan Bionova
-Crema Viso antirughe Bionova
-Bagnodoccia Aloe e olio di Argan Bionova
-Burro corpo Viviverde Coop
-Gel Doccia Guaranà Coop
-Detergente Aloebio Athena's
-Mousse Doccia Aloebio Athena's
-Crema Viso Garnier bioactive
-Docciaschiuma Latte e Miele Sensure
-Docciaschiuma Muschio bianco Sensure
-Detergente intimo Neutromed

NUOVI PRODOTTI VIVIVERDE COOP:

-Shampoo delicato Viviverde Coop
-Sapone liquido Viviverde Coop
-Gel doccia Viviverde Coop
-Deodorante vapo Viviverde Coop
-Deodorante roll on Viviverde Coop
-Crema contorno occhi rivitalizzante protettiva Viviverde Coop
-Burrocacao Labbra idratante e protettivo Viviverde coop

PRODOTTI OMNIA BOTANICA, BIONOVA, ETC..

-Detergente Viso e Mani con Yogurt Neutromed
-Shampoo Forsan Bio
-Shampoo al Miglio verde e Germe di grano Omnia Botanica
-Bagnodoccia tonificante Menta e Rosa canina Omnia Botanica
-Bagnodoccia rilassante Tiglio e Melissa Omnia Botanica
-Deodorante delicato Bionova
-Detergente Cien

COSMETICI OMIA LABORATOIRES:

-Shampoo Aloe vera Omia Laboratoires
-Shampoo Olio di Argan Omia Laboratoires
-Maschera Capelli Aloe vera Omia Laboratoires
-Bagnoschiuma Aloe vera Omia Laboratoires
-Gel Detergente intimo e viso Aloe vera Omia Laboratoires
-Crema Corpo olio di Argan Omia Laboratoires
-Crema Corpo Aloe vera Omia Laboratoires
-Shampoo olio di Macadamia Omia Laboratoires
-Shampoo olio di semi di Lino Omia Laboratoires
-Maschera Capelli olio di Argan Omia Laboratoires
-Maschera Capelli olio di Macadamia Omia Laboratoires
-Maschera Capelli olio di semi di Lino Omia Laboratoires

PRODOTTI PHYTORELAX:

-Crema Corpo Mandorla Phytorelax
-Crema Mani e Unghie con olio di Argan Phytorelax
-Latte Detergente e Tonico Burro di Karitè Phytorelax
-Bagno doccia Mandorla Phytorelax
-Crema Viso Burro di Cacao Phytorelax
-Crema Corpo rilassante Fiori di Bach Phytorelax
-Balsamo Capelli Oliva Phytorelax

PRODOTTI I PROVENZALI:

-Latte Detergente Biologico Linea Bimbi I Provenzali Bio
-Bagnetto Biologico ultradelicato Linea Bimbi I Provenzali Bio
-Crema protettiva biologica Linea Bimbi I Provenzali Bio
-Impacco Capelli biologico fortificante olio di Sapote I Provenzali Bio
-Balsamo biologico fortificante olio di Sapote I Provenzali Bio
-Olio di Karitè super idratante I Provenzali
-Olio di Mandorle dolci super idratante I Provenzali
-Olio di Jojoba super idratante I Provenzali
-Sapone Corpo olio di Mandorle dolci I Provenzali
-Sapone Viso e Corpo extradolce Ribes rosso I Provenzali
-Saponetta vegetale Vaniglia e Cannella I Provenzali
-Balsamo Labbra vegetale olio di Argan I Provenzali Bio
-Stick Labbra extradolce Arancia I Provenzali

NUOVI SHAMPOO E BAGNOSCHIUMA DA SUPERMERCATO:

-Shampoo olio essenziale di Lavanda e estratto di Rosa Ultradolce Garnier
-Shampoo 5 piante Ultradolce Garnier
-Shampoo all'estratto di Mango e fiori di Tiarè Ultradolce Garnier
-Olio di Semi di Lino puro Forsan
-Detergente Intimo delicato Viviverde Coop
-Shampoo Barbie olio di Oliva Admiranda
-Docchia schiuma Camomilla Kamill
-Bagnoschiuma Aloe vera Sensure

COSMETICI LOWCOST LIDL:

-Detergente Intimo Intimate body wash Cien
-Gel Detergente Viso delicato aquarich Cien
-Salviette Struccanti e detergenti Iseree
-Latte Detergente Cien
-Solvente per unghie senza acetone Cien

SHAMPOO E BAGNOSCHIUMA LOWCOST LIDL:

-Shampoo giorno per giorno estratto di Papaia e Pesca Cien
-Shampoo giorno per giorno estratti di 7 erbe e Aloe vera Cien
-Shampoo giorno per giorno con Luppolo for men Cien
-Docciaschiuma Lime kick Cien
-Docciaschiuma for men Cien
-Docciaschiuma Red sun Cien
-Bagnoschiuma Vaniglia Cien
-Lacca capelli extra strong Cien
-Shampoo sensitive Aloe vera Cien

PRODOTTI KALODERMA, PHYTORELAX E LEGAMI:

-Crema Viso idratante Kaloderma
-Crema Mani Argan Kaloderma
-Latte Detergente delicato Kaloderma
-Bagnodoccia rilassante Fiori di Bach Phytorelax
-Crema Corpo rilassante da massaggio Fiori di Bach Phytorelax
-Crema Viso idratante Fiori di Bach Phytorelax
-Detergente Intimo delicato Bionova
-Salviette Struccanti delicate Equilibra
-Salviette Struccanti Bio delicate Fria
-Burrocacao Legami

SOLARI DA SUPERMERCATO con BUON INCI:

-Latte Solare Protezione Alta SPF 30 Argan Phytorelax
-Latte Solare Protezione Media SPF 15 Argan Phytorelax
-Latte Solare Protezione Bassa SPF 6 Argan Phytorelax
-Latte Doposole idratante lenitivo Argan Phytorelax
-Olio Solare illuminante SPF 0 Argan Phytorelax

KIT PRODOTTI DA SUPERMERCATO della RAGAZZA ECOBIO:

-Shampoo delicato Viviverde Coop
-Balsamo Puliti e Brillanti Garnier Fructis
-Olio di Jojoba de I Provenzali
-Gel Detergente rinfrescante Viviverde Coop
-Crema Viso idratante protettiva Viviverde Coop
-Crema Mani Bionova
-Bagnoschiuma tonificante alla Menta e Rosa canina Omnia Botanica
-Latte Corpo al Burro di Cacao Phytorelax
-Gel d' Aloe Vera puro Equilibra
-Struccante Occhi delicato Bionova
-Olio di Semi di Lino puro Forsan
-Bagnoschiuma Tweety Admiranda
-Burro Corpo Viviverde Coop
-Balsamo Labbra idratante protettivo Viviverde Coop

SOLARI DA SUPERMERCATO ECONOMICI con Buon INCI 2:

- Crema Solare Bionova spf 50
- Latte Solare Bionova Spf 30
- Fluido Doposole Idratante Bionova

NUOVI BALSAMI CAPELLI e CREME CORPO DA SUPERMERCATO:

-Balsamo Ultradolce all' Olio di Avocado e Burro di Karitè Garnier
-Balsamo Fructis Oleo Repair Garnier
-Balsamo Fructis Vitamina Hydra Garnier
-Shampoo Ultradolce 5 piante Garnier
-Shampoo Ultradolce Lavanda Garnier
-Crema corpo Cliclamino delle Alpi Phytorelax
-Crema corpo Vaniglia Intra
-Crema corpo Rosa Intra
-Latte corpo Fiori di BAch Phytorelax

PRODOTTI DA SUPERMERCATO LOWCOST DISCOUNT MD:

-Crema mani protettiva al Miele Botanika
-Crema viso Lifting con Olio di Mandorle dolci Botanika
-Crema viso Antiage Botanika
-Crema multiuso viso, corpo e mani Botanika
-Dentifricio Antica erboristeria Menta e salvia

PRODOTTI DA SUPERMERCATO con BUON INCI all' EUROSPIN:

-Crema mani protettiva Fior di Magnolia
-Salviette igiene intima Fior di Magnolia
-Salviette struccanti Fior di Magnolia
-Dentifricio Sensitive White & Fresh

PRODOTTI DA SUPERMERCATO Cura Capelli Anticaduta e rinforzanti:

-Shampoo biologico fortificante Sapotè I Provenzali
-Impacco capelli biologico fortificante Sapotè I Provenzali
-Balsamo biologico fortificanten Sapotè I Provezali
-Olio per capelli biologico Sapotè I Provenzali
-Crema mani Argan Kaloderma
-Fluido rigenerante corpo Rosa mosqueta Omnia botanica

PRODOTTI DA SUPERMERCATO ECONOMICI con BUON INCI:

-Crema nutriente Viso al Burro di Karitè Omnia Botanica
-Crema nutriente Mani e Unghie al Burro di Karitè Omnia Botanica
-Burro di Karitè Omnia Botanica
-Salviette biologiche I provenzali Linea Bimbi
-Dermo bagno biologico Aloe vera Omia Laboratories
-Sapone Liquido Tweety Admiranda

PRODOTTI DA SUPERMERCATO!!! NUOVE SCOPERTE!!:

-Latte detergente emolliente Naturissima
-Tonico addolcente Naturissima
-Crema mani Botanika
-Struccante occhi Bioactive Garnier
-Crema gel protettiva Viviverde coop pelli normali e miste
-Gel detergente esfoliante Viviverde coop

COSMETICI LOWCOST NOUVANCE al TODIS!!!

-Crema Mani Nouvance
-Trattamento Rassodante Nouvance
-Crema Corpo Nouvance
-Latte detergente Nouvance
-Scrub Viso Nouvance
-Burro Corpo Nouvance

PRODOTTI DA SUPERMERCATO GENTLY!

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-Salviette intime Gently
-Detergente intimo Gently
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-Bagnodoccia Gently
-Crema idratante lenitiva Gently
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NUOVI PRODOTTI DA SUPERMERCATO LIDL:

- Dischetti di cotone Iseree
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- Peeling detergente Acqua rich Cien
- Salviette struccanti Iseree
- Latte detergente Cien
- Shampoo Volume & Style Cien
- Detergente Cien Intimate body wash

NUOVI PRODOTTI DA SUPEMRCATO I PROVENZALI:

- Latte detergente Rosa mosqueta I PROVENZALI
- Tonico Viso Rosa mosqueta I PROVENZALI
- Crema Viso 24h idratante Rosa mosqueta I PROVENZALI
- Siero Viso anti age Rosa mosqueta I PROVENZALI
- Salviette struccanti Shaka
- Crema corpo Bionova
- Detergente Intimo Neutromed  

Fonte: Carlita Dolce

lunedì 15 giugno 2015

PADRE ROMANO ZAGO - VITA E RICETTA ANTICANCRO -

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar

SITO WEB http://www.aloedipadreromanozago.it/

Chi è Padre Romano Zago?

Nato in Brasile, nell'attuale comune di Progresso, l'11 aprile del 1932, Romano Zago, ascendenti italiani, entra appena undicenne nel seminario Serafico "San Francesco" di Taquari dove porta a termine gli studi. Diviene novizio nel 1952. Studia filosofia a Daltro Filho e Teologia a Divinipolis, in Mato Grosso, e viene ordinato sacerdote nell'ordine dei Frati Minori. È presto nominato professore presso il seminario di Taquari dove aveva iniziato i suoi studi, nel 1971 si laurea anche in lettere ed insegna Francese, Spagnolo, Portoghese e Latino nelle varie case del suo ordine. Nel 1991 viene inviato a prestare il proprio servizio in Israele, dove prosegue nell'insegnamento ai giovani.
Oggi vive e lavora in Brasile, dove è tornato al termine della sua missione in Terrasanta.



Una bevanda "straordinaria"

È in Israele che Padre Romano elabora la sua scoperta. L'aloe , o Babosa, presente in abbondanti quantità nella regione, è la "materia prima" su cui egli concentra la propria attenzione, nei momenti liberi. "Conoscevo già la pianta - dichiarerà in seguito il religioso - in Brasile, mia madre ce la dava sempre come lenitivo, quando da bambini ci ferivamo giocando o per tante piccole cose legate ai guai fisici. Ma allora non credevo che una pianta così piccola e diffusa potesse avere un potere guaritivo così grande".
Mescolando il succo ricavato dalla frullatura delle foglie della pianta con semplice miele d'api e grappa, ottiene un composto dalle proprietà guaritive straordinarie. I suoi primi "pazienti", cui Padre Romano dona alcune dosi della bevanda, sono alcuni cittadini indistintamente di religione cristiana, ebraica, musulmana.

La ricerca di Padre Romano Zago è pubblicata sulla nota rivista "Terra Santa" e su altre riviste specializzate e di rilievo. È l'inizio della notorietà per il frate francescano e il suo elisir di lunga vita. Rientrato in Brasile nel '95, Padre Romano Zago divulga ulteriormente la sua formula, e comincia a dedicarsi in modo continuativo alla sua sperimentazione e alla cura degli ammalati più gravi e disperati. Convinto dalle numerose guarigioni straordinarie, raccoglie la sua esperienza nel libro “O cancer tem cura” (“Di cancro si può guarire”, edizione italiana Adle edizioni, Padova), in cui Padre Romano espone con semplicità e chiarezza, la pratica della cura della “malattia del secolo” attraverso la sua bevanda a base di Aloe. Se alcuni sono guariti avvalendosi di questo metodo semplice ed economico, perché non offfrire questa stessa opportunità a più persone? Ecco il mio unico obiettivo”, spiega nel suo libro Padre Romano Zago.

Nel volume, tra gli altri capitoli dedicati a spiegare la forza del preparato anche rispondendo con precisione ad alcune tra le più comuni domande che possono sorgere di fronte alla portata rivoluzionaria del prodotto, spicca il capitolo “Internazionalizzazione della formula”. In esso viene spiegato come il preparato a base di Aloe ha trovato via via accoglimento in molti paesi, acquisendo dignità di cura completa contro gravi malattie, e vengono riportate numerosissime testimonianze di persone guarite perfettamente grazie all'assunzione del preparato.

Padre Romano Zago nel 1998 ha concesso l'autorizzazione ad un'industria brasiliana a produrre in suo nome il preparato a base di Aloe. È da qui che prende il via la storia dell' “Aloe di Padre Romano Zago”, bevanda fedele alla formula orig inale, e commercializzata in numerosi paesi.
Nello stesso anno veniva istituita la Fondazione "Fra Romano Zago", che oltre ad essere attiva nel sostegno a persone in difficoltà e nella solidarietà in genere, conduce un'intensa attività di diffusione e ricerca sui vantaggi e sulle proprietà curative dei prodotti naturali, fra cui l'Aloe ha, ovviamente, un posto di primo piano.


Come il padre arriva alla formula

“Onestamente non ho la pretesa di essere considerato il creatore o l' inventore del metodo. Tanto meno di presentarmi come il pioniere, o in altre parole, come il primo che ha applicato questa forma con esito positivo. Questo infatti non corrisponderebbe a verità. Altri, molto prima di me, dovrebbero arrogarsi, giustamente, tale diritto”. (“Di cancro si può guarire”, edizioni Adle, Padova, pag. 5).
Con queste parole, Padre Romano Zago vuole sottolineare il fatto di essere stato il principale diffusore, non l'inventore della formula che ha, in realtà, messa a punto avendola tratta dalla saggezza popolare, dalla gente delle baraccopoli in cui si trovava ad operare e dall'insegnamento di altri padri francescani, fra tutti padre Arno Reckzigel, Padre provinciale durante il suo incarico presso Rio Grande do Sul.
Il merito di Padre Romano Zago, questo umile ma instancabile frate francescano, è quello di avere perseguito, con grande determinazione e costanza, la diffusione del preparato a base di aloe, da lui perfezionato, prima attraverso la somministrazione diretta, ad infinite persone che si recavano da lui desiderose di ottenere almeno una speranza di guarigione nel momento difficile della “malattia del secolo”, per loro stesse o per i loro familiari; e poi con diverse pubblicazioni che hanno reso nota la formula dell’Aloe di Padre Romano Zago anche in Occidente, tra cui “O cancer tem cura”, il libro che in Italia è edito dalle edizioni Adle di Padova col titolo “Di cancro si può guarire”.


Perché gli ingredienti

Il particolare successo della formula è dovuto ai suoi tre ingredienti: l'aloe innanzitutto, e poi il miele e la grappa. Perché questi ingredienti, come mai miele e grappa (o cognac, o brandy) ad accompagnare le proprietà dell'aloe? “La spiegazione è semplice” dirà lo stesso Padre Romano. Ed in effetti è così. Il miele infatti, sempre che si tratti di miele d’api, naturale e non (troppo) trattato, ha la proprietà di veicolare, di condurre le sostanze curative contenute nel succo d’aloe, fino ai recettori più remoti del nostro organismo, consentendo al preparato di esercitare la sua azione benefica.
Quanto alla grappa, essa effettua un'azione di vasodilatazione, ovvero allarga i vasi sanguigni facilitando la depurazione generale dell'organismo. Il sangue può così purificarsi, eliminando le sostanze infettanti. Inoltre, l'organismo umano non sarebbe in grado di assorbire integralmente il liquido viscoso e ricco di proprietà, ovvero l'aloina, che sgorga quando si incide una pianta di aloe, senza scioglierlo in un distillato.

Come si prepara e si assume - le reazioni del nostro organismo
Ed ecco la formula definitiva dell'Aloe di Padre Romano Zago.


INGREDIENTI
Mezzo chilo di miele d'api (miele biologico di acacia)
40-50 ml (circa 6 cucchiai) di distillato (Grappa, Cognac, whisky, etc.)
350/400 grammi di foglie di Aloe Arborescens.


COME SI PREPARA?
La risposta la fornisce lo stesso Padre: “Togliere le spine dai bordi del le foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio asciutto o una spugna. Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto. Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo. Non va filtrato, né cotto, ma solo conservato con cura in frigorifero all'interno di un barattolo scuro, ben chiuso”.


La raccomandazione molto importante è quella che tutto il processo di preparazione della bevanda andrebbe fatto in condizioni di semi oscurità perchè l'aloe è fotosensibile quindi per evitare l'ossidazione e la perdita dei principi attivi.

Le dosi che il padre consiglia prevedono l'assunzione di un cucchiaio da tavola 25 minuti prima di ciascuno dei tre pasti principali. Il prodotto va agitato bene prima dell'uso. Concluso il primo barattolo, è il caso di sottoporsi ad una visita medica per capire lo stato della malattia. In base al responso, dopo una pausa di alcuni giorni, si potrà ripetere il ciclo di cura, fino all' eliminazione del male.

L'aloe utilizzata deve essere una pianta matura, quindi di almeno quattro anni, ed è importante che anche il miele sia di ottima qualità e soprattutto naturale, proprio a causa della sua caratteristica di “trasportatore” delle sostanze benefiche contenute nell'aloe.


Quanto alle reazioni che la somministrazione dell'aloe può dare, Padre Romano Zago precisa che esse non devono spaventare. Rappresentano infatti l’espulsione, la liberazione completa da parte dell'organismo delle sostanze impure, e soprattutto, quando si verificano, hanno una durata limitata, da uno a tre giorni al massimo.


In chi assume la bevanda a base di aloe si possono dunque verificare eruzioni cutanee, oppure diarrea o nei casi più accentuati, conati di vomito: ma il tutto, secondo Padre Romano, indica che si è sulla buona strada, e che gli sforzi fatti iniziano a dare i propri frutti. Tutti possono assumere il preparato, anche se esso è sconsigliato soltanto alle donne in stato di gravidanza, per la loro particolare condizione.