LA PRANOTERAPIA
Per promuovere la guarigione a
livello energetico
In
questo articolo si intende tracciare una breve storia del fluido vitale
(prana) e fornire le necessarie informazioni affinché aspiranti,
terapeuti e pazienti fiduciosi possano affrontare le varie tecniche e
conoscere i vantaggi e gli inconvenienti di questa terapia.
La parola prana è una parola sanscrita formata da "pra", che significa fuori e da "an" che
significa respirare, muoversi, vivere. Il prana può essere identificato
con il soffio che dio insuffla nelle narici di adamo donandogli la
vita.
Ogni forma vivente
assorbe il prana, un assorbimento in eccesso o in difetto può causare
malattie. Le azioni del pranoterapeuta sono appunto dirette a
riequilibrare la circolazione del prana ed a rimuovere l'energia
negativa accumulate nell'organismo malato rimpiazzandola con energia
nuova e salutare che dovrebbe, nel tempo, riportare le funzioni
organiche alla loro primitiva armonia.
Se le premesse sono
assai semplici vi sono comunque delle regole vitali che purtroppo sono
spesso sconosciute o trascurate. La prima e la più importante di esse è
che nessuno può dare ciò che non ha e pertanto un presunto
pranoterapeuta potrà offrire del prana puro e vitale in proporzione di
quanto puro e vitale è il suo organismo e, non ultima, la sua condotta
di vita.
Purtroppo la
faciloneria e l'ignoranza portano a sbagliare e la non applicazione
delle regole fondamentali mette i pranoterapeuti ed i loro pazienti in
seri pericoli. Il famoso detto "nulla si crea e nulla si distrugge"
indica chiaramente che l'atto d'amore con cui una persona rimuove
l'energia negativa da un suo simile può eventualmente giovare a
quest'ultimo ma può essere causa di seri danni al terapeuta stesso, od
ai suoi pazienti successivi, se l'energia rimossa non viene
opportunamente eliminata.
Il prana (fluido
vitale) è stato studiato ed analizzata nel corso dei secoli ed i vari
ricercatori gli hanno dato molteplici nomi. Sembrerebbe che Ippocrate
(400 a.C.) sia stato il primo ad afferrare l'esistenza di questa energia
ed il suo potere guaritore che definì "via medicatrix naturae", ovvero
il mezzo con cui la natura guarisce. Egli disse al proposito: "mi è
apparso spesso, mentre stavo tranquillizzando un paziente, che le mie
mani avessero la strana proprietà di rimuovere dalla parte afflitta, il
dolore e diverse impurità"
William Reich chiamò questa energia "orgone" e l'Insegnamento Rosacrociano la definisce "energia vitale"
Paracelso (1490)
affermò che la forza vitale non è rinchiusa nell'uomo ma si irradia
dentro ed intorno a lui come una sfera luminosa e può essere modificata a
distanza. Essa può avvelenare l'essenza della vita (sangue), causare
malattie o purificare e ridare la salute. Un suo successore, J.B.
Helmont (1577), estese questo concetto affermando che questa
irradiazione può essere modificata dalla volontà ed arrivare ad
influenzare il corpo ed il volere altrui.
Il prana può essere
considerata come ciò che segna il confine tra l'animato ed il non
animato; in altre parole il punto in cui la materia ha raggiunto un tale
grado di complessità che può essere permeata e resa vivente dalla
azione di tale energia.
Negli ultimi
decenni alcuni scienziati hanno cercato di meglio definire le
caratteristiche di questa forza cosmica. Tra essi un posto di rilievo
spetta a W. Reich (Austria 1897-1957) che ha condotto una serie di
esperimenti scoprendo che nella materia riscaldata fino
all'incandescenza si producono delle vescichette, chiamate bioni, che
sono visibili al microscopio e si presentano di colore blu.
I bioni possono
essere considerati la base per tutte le strutture viventi, essi sono
generati in continuazione e possono creare i più piccoli esseri
(protozoi) o degenerare nella creazione dei cocchi e dei bacilli che
sono alla sorgente di numerose malattie. I bioni emanano una energia
vitale particolarmente intensa che si presenta similare a quella che
proviene direttamente dal sole e permea tutta l'atmosfera
È interessante
notare che 70 anni prima H. P. Blavascki scriveva nella Dottrina
Segreta: "Possiamo considerare il prana come un insieme di vite ignee
(di fuoco) che forniscono ai microbi il mezzo di costruire le cellule
fisiche. Una vita ignea è così piccola che vicino ad un batterio sarebbe
nella stessa proporzione di un batterio vicino ad un elefante - e più
avanti - il sole è la riserva della forza vitale; da esso partono le
correnti vitali che vibrano attraverso lo spazio come pure attraverso
gli organismi di ogni essere vivente"
Il prana in
arrivo sulla terra penetrando in alcuni atomi dell'atmosfera li rende
luminosi. Il fenomeno descritto è visibile in una giornata serena
guardando il cielo a circa un metro dal sole. In questo modo è possibile
notare una grande quantità di globuli luminosissimi che appaiono e
scompaiono dopo aver compiuto una velocissima traiettoria a spirale.
Il prana, per poter
essere utilizzato dal corpo umano, dopo l'assorbimento, subisce una
elaborazione che lo trasforma in energia nervosa. Essa vitalizza il
corpo vitale e quest'ultimo dà energia al corpo fisico; la salute dei
vari organi dipende perciò dalla quantità di prana distribuito.
Un uomo vigoroso
elabora una quantità di prana superiore al necessario e diventa perciò
una sorgente di forza e salute per coloro che lo avvicinano. Al
contrario chi non è più capace di elaborare il prana nella quantità
sufficiente diventa una specie di spugna e tende a carpire la vitalità
di ogni persona sensibile che venga a trovarsi nelle sue vicinanze.
Questo spiega la spossatezza avvertita da alcuni dopo essere rimasti con
persone esaurite o malate.
La respirazione è
la strada primaria con cui il prana entra in noi, non per nulla la
lunghezza della vita degli animali è legata alla loro velocità e
profondità di respirazione. Se consideriamo la nostra capacità polmonare
(5-10 litri di aria), ed il fatto che ad ogni respiro ne introduciamo
circa mezzo litro, è facile comprendere come buona parte dei polmoni
rimanga inutilizzata e diventi, a causa del ristagno, un fertile terreno
per i batteri infettivi.
Una respirazione
incompleta apporta poca energia vitale e questo può creare problemi
circolatori, o disturbi al fegato, perchè un terzo del sangue resta
stagnante in quest'organo che si ingrossa e si congestiona ponendo le
basi per una autointossicazione generale
È altamente
salutare un ciclo di 10 respirazioni complete da fare al mattino ed alla
sera davanti ad una finestra aperta. La respirazione completa consiste
nel riempire prima la parte bassa dei polmoni (l'addome si gonfia) e poi
la parte alta (le spalle si alzano). Nella espirazione si svota prima
la parte alta e poi quella bassa. Completare l'esercizio premendo il
fegato con la punta delle dita durante ogni espirazione. Per evitare
problemi circolatori iniziare con due o tre respirazioni ed aumentare
gradatamente nel tempo.
Il pino e
l'eucalipto sono in grado di trattare il prana come il corpo umano e
solitamente ne elaborano molto più del necessario. Succede perciò che il
prana in eccesso venga estromesso creando intorno a tali piante una
atmosfera particolarmente salutare per coloro che soffrono di
esaurimenti nervosi.
Se volete
provare la quantità di prana che siete in grado di irradiare appoggiate
su un tavolo un riquadro di stoffa nera (meglio se velluto) ed oscurate
l'ambiente in modo che vi sia una debolissima luce diffusa. Ponete
quindi le mani (con le dita aperte), una di fronte all'altra, distanti
circa 5 centimetri ed allo stesso livello, sopra il tessuto indicato.
Guardando
dall'alto si vedranno delle strisce di un colore grigiastro che partono
dalle punte delle dita di una mano per congiungersi con quelle
dell'altra. Più tali strisce saranno intense e maggiore sarà l'intensità
del prana emesso.
Una persona sana e
vigorosa cambia le particelle del suo corpo vitale in continuazione ed
espelle con forza le vecchie dai pori della pelle formando intorno a lui
un'alone che lo protegge dai vari germi presenti nell'atmosfera.
Nella persona
debole o esaurita quest'alone è pressoché mancante e le particelle
espulse cadono a terra, come l'acqua senza pressione se ne esce da un
tubo. La difesa naturale viene perciò a mancare ed i germi possono
penetrare nell'organismo con più facilità.
COME IMPARARE A RILASSARSI
Visto e considerato
che ogni malattia non è altro che una congestione energetica dovuta a
tensioni innaturali apparirà chiaro come la prima cosa da fare per
intraprendere un processo curativo consiste nel rilassarsi nel modo
migliore.
Gli esercizi che
seguono sono rivolti a tale scopo. Essi possono essere praticati stando
seduti o sdraiati. La posizione a pancia in su con un materasso duro in
un ambiente tranquillo e poco illuminato è certamente la più
consigliabile.
Se si effettua il
rilassamento sdraiati è bene coprirsi con una coperta perchè esso
rallenta i processi fisiologici ed è facile che sopravvenga una
fastidiosa sensazione di freddo.
Le gambe non devono
essere accavallate e le braccia devono appoggiarsi tranquillamente sul
materasso o sul grembo, magari ponendo la mano destra nell'incavo della
sinistra.
Effettuati i
preparamenti descritti iniziare la serie di esercizi rivolti a togliere
le tensioni muscolari. Questi esercizi comportano una tensione muscolare
volontaria accompagnata dall'inspirazione ed il rilascio della tensione
stessa da effettuarsi durante l'espirazione. Ogni azione deve essere
fatta con calma seguendo un ritmo naturale, evitare azioni brusche o
disarmoniche che pregiudicano il raggiungimento di un buon rilassamento.
Agli esercizi per
il rilassamento muscolare far seguire quelli del training autogeno e
quelli per la respirazione. Si suggerisce di registrare il tutto in modo
che sarà poi possibile seguire gli esercizi ascoltando il registratore.
È pure possibile chiedere a qualcuno di leggerci le istruzioni. In
entrambi i casi il rilassamento sarà conseguito con maggiore facilità.
LA PRANOTERAPIA IN PRATICA
Le sostanze negative, rimosse dal paziente... Si presentano agli occhi del chiaroveggente come una gelatina nerastra che se gettata sul pavimento vi aderisce... e può essere assorbita da chiunque passi in quel posto (Max Heindel).
Vi sono due atti principali che il pranoterapeuta compie a favore dei pazienti:
- Rimuovere i miasmi (sostanze tossiche e dannose).
- Dare nuova energia vitale per rivitalizzare gli organi malati.
Come ben delineato da Max Heindel in "Principi occulti di salute e guarigione" (entrambe queste azioni possono, qualora non condotte con le regole dovute, creare dei problemi al paziente od al terapeuta.
Solo i
pranoterapeuti che hanno la chiaroveggenza sono in grado di vedere le
sostanze che vengono manipolate durante la terapia e non corrono il
rischio di muoversi alla cieca senza avere alcun riscontro di ciò che le
loro azioni stanno causando a livello energetico.
L'energia negativa
che il pranoterapeuta toglie al paziente resta attaccata alle sue mani
come una gelatina vischiosa. Alcuni guaritori, conoscendo il fenomeno,
scuotono con forza le mani verso terra ad intervalli regolari, onde
liberarle da tale porcheria. Purtroppo questa è una pratica altamente
pericolosa perchè, sono parola di Max Heindel, tale sostanza resta
vicina alla terra come una gelatina nerastra in continuo movimento e può
essere riassorbita da chi, inconsapevolmente, vi ponga un piede o vi
passi al di sopra.
Può accadere allora
che il pranoterapeuta, la persona in cura, od un paziente successivo si
trovino a camminare in tale ristagno velenoso ed assorbano nel loro
organismo la sostanza velenosa con le conseguenze facilmente
immaginabili.
Per liberare le
mani bisogna scuoterle energeticamente verso un fuoco oppure in un
lavandino dove scorra acqua corrente. Le mani e le braccia devono poi
essere accuratamente risciacquate ma non asciugate in quanto l'umidità
presente facilita la rimozione delle sostanze nocive ed il passaggio del
fluido vitale.
Questa forma di
terapia presenta perciò dei rischi per il paziente e per il guaritore.
Oltre a quello accennato va considerato il fatto che il guaritore offre
la sua energia al paziente e la medesima non è soltanto fisica ma anche
eterica e dei mondi del desiderio e mentale.
Appare perciò
evidente come la salute fisica e le concezioni morali di un guaritore
possano essere, seppur parzialmente, trasmesse al paziente. Ciò rende la
scelta del guaritore una azione da farsi con le dovute cautele e
valutazioni.
Il terapeuta,
d'altro canto deve tener sempre presente che la maggior parte dei malati
non elabora prana a sufficienza. Essi sono dei vampiri di energia e lo
sono tanto di più quanto il loro fisico, nello stato di salute era forte
e robusto. Questo comporta il rischio di essere privati di troppa
energia e di ritrovarsi deboli od esauriti dopo uno o più trattamenti.
Da quanto sopra
appare chiaro come la professione del pranoterapeuta non deve essere
affrontata a caso. Il desiderio di guarire non deve permettere che il
buon senso e la ragione vengano poste da parte mettendo così a
repentaglio la propria salute.
Va pure ricordato
che chi esercita delle attività paramediche senza debite autorizzazioni
può incorrere in seri guai qualora un paziente lo denunciasse, a ragione
od a torto, in seguito ad un peggioramento della sua situazione.
Per ovviare a tali inconvenienti si eviti nel modo più assoluto di fare diagnosi, dare prescrizioni e richiedere compensi.
Se il paziente
ritiene di doverci un compenso diamo a Cesare qual che è di Cesare, ciò
significa che se abbiamo già di che vivere possiamo disporre del danaro
nel modo più opportuno. È stato scritto che il danaro che qualcuno ha in
eccesso è il danaro di chi non ne ha.
Mano destra e mano sinistra
Energeticamente
parlando la mano destra e quella sinistra si presentano assai
differenti. La magia stessa e la tradizione popolare attribuiscono
infatti alla mano destra il bene, l'attività (magia bianca) ed alla
sinistra il male e la passività (magia nera).
Nella pranoterapia
la mano destra dona energia ed è in grado di rivitalizzare l'organo
ammalato mentre la sinistra ha più lo scopo di assorbire il male ed i
miasmi negativi (tossine).
Nel corso della
prova si ebbe modo di rilevare come l'azione della mano destra non
disturbava il moltiplicarsi del bacillo mentre quella della sinistra ne
bloccava la crescita.
Anche il movimento
stesso ha un suo significato ben preciso. Si è riscontrato che il
movimento rotatorio attorno ad una massa produce un effetto eccitante
qualora condotto in senso orario ed un effetto calmante se fatto in nel
senso antiorario.
Le tecniche utilizzate
Generalmente le
varie tecniche sono sviluppate dal guaritore stesso con la propria
esperienza. Di seguito vengono date le informazioni preliminari a cui il
principiante può attenersi onde iniziare la sua attività terapeutica.
L'energia
bioradiante (prana) non deve necessariamente essere proiettata
sull'organo ammalato in quanto si diffonde all'intorno ed è l'organo
stesso che l'attira a sé. Per questa ragione alcuni pranoterapeuti
irradiano soltanto il capo del paziente ponendo entrambe le mani sopra
la sua testa od ai lati del volto. In quest'ultima posizione vengono
irradiate anche le orecchie influenzando così un'area che è il punto di
passaggio di alcuni canali energetici (meridiani) facenti capo a diversi
organi interni.
Nei casi di
disturbi nervosi e di astenia è bene irradiare il plesso solare, che è
situato poco al di sopra dello stomaco, ed ha una importante relazione
con il sistema nervoso ed il buon funzionamento del fegato, dello
stomaco e dei visceri in generale.
Per beneficare il
plesso solare si provvede a far coricare il paziente e si irradia la sua
fronte con la mano destra mentre la mano sinistra viene posta
all'altezza del diaframma.
Per irradiare un determinato organo si consiglia la tecnica delle mani poste in opposizione.
Questa è un modo di
guarire che ha le sue origini in tempi antichissimi e consiste nel
porre la mano destra sotto (o dietro) la schiena all'altezza dell'organo
ammalato. La mano sinistra viene posta sopra (o davanti) all'organo
stesso in modo da creare un duplice passaggio di energia; ovvero il
prelievo delle tossine e la donazione delle energie vitalizzanti.
Il dott. Racanelli,
con la sua lunga esperienza, consiglia di porre prima la mano destra
(onde dare energia all'organo) e poi la sinistra per togliere le tossine
che l'organo vitalizzato tende a rimuovere da se stesso.
La durata del
trattamento varia da 10 a 30 minuti ed il numero dei trattamenti è
relazionato alla serietà del caso. In genere vengono consigliati dei
cicli di terapia da ripetersi ad intervalli regolari.
I passaggi (movimenti) principali
I passi sono dei
movimenti particolari aventi lo scopo di sedare (ridurre l'attività) o
di tonificare (aumentare l'attività). I guaritori tendono a concentrare
l'azione di tali passi sul plesso solare, sulla nuca, sulla spina
dorsale e sul plesso sacrale (parte alta delle natiche). I passi
rilassanti sono quelli fatti in senso antiorario sul capo e sul corpo
oppure fatti dal capo verso i piedi su 1n soggetto sdraiato i passi
tonificanti sono quelli fatti in senso orario o partendo dai piedi per
risalire fino alla testa.
Anche la velocità
con cui i passaggi vengono eseguiti ha la sua importanza, i passi veloci
tendono infatti a vivivacizzare mentre quelli lenti hanno un effetto
rilassante.
La diagnosi
Sempre considerando
che la diagnosi è di competenza dei medici può essere utile sviluppare
la capacità di rilevare gli organi ammalati. Questo può essere fatto
facendo sdraiare il paziente e passando sul suo corpo con le mani una di
fianco all'altra (non devono toccarsi). Con una certa esperienza sarà
possibile avvertire una sensazione di formicolio (o di calore) in
presenza di un organo ammalato perchè esso, per sua necessità, tenderà
ad assorbire una notevole quantità di energia.
Esercizi di decongestionamento muscolare
Note: dopo ogni esercizio rilasciare l'aria e la tensione muscolare pensando "Relax...". Eseguire il tutto in modo calmo, sereno e tranquillo.
- inspirare stringendo forte il pugno destro,
- inspirare stringendo forte il pugno sinistro,
- inspirare stringendo forte entrambi i pugni,
- inspirare piegando il piede destro verso il ginocchio (gamba stesa),
- inspirare piegando il piede sinistro verso il ginocchio (gamba stesa),
- inspirare piegando entrambi i piedi verso il ginocchio (gambe) stese),
- inspirare stringendo forte le natiche,
- inspirare chiudendo con forza gli occhi,
- inspirare stringendo forte i denti,
- inspirare cercando di aggrottare la fronte,
- inspirare cercando di arricciare il naso,
- inspirare spingendo le labbra in avanti,
- inspirare piegando gli angoli delle labbra in basso,
- inspirare spingendo la lingua verso il palato ed all'indietro,
- inspirare guardando al limite massimo di destra (occhi chiusi),
- inspirare guardando al limite massimo di sinistra (occhi chiusi),
- inspirare guardando al limite massimo in alto (occhi chiusi),
- inspirare guardando al limite massimo in basso (occhi chiusi).
Esercizi di Training Autogeno
Formulare i
seguenti pensieri, utilizzare l'immaginazione affinché le frasi portino
l'effetto desiderato. Non usare sforzo alcuno, immaginare che la
situazione descritta sia effettivamente quella reale.
- la mia mano destra è pesante... molto pesante,
- il mio braccio destro è pesante... molto pesante,
- la mia mano sinistra è pesante... molto pesante,
- il mio braccio sinistro è pesante... molto pesante,
- il mio piede destro è pesante... molto pesante,
- la mia gamba destra è pesante... molto pesante,
- il mio piede sinistra è pesante... molto pesante,
- la mia gamba sinistra è pesante... molto pesante,
- tutto il mio corpo è pesante... molto pesante.
Esercizi di respirazione
Respirare naturalmente ed ascoltare l'aria che entra: il diaframma si abbassa, il diaframma si alza, l'aria se ne esce. Accompagnare l'inspirazione con il pensiero Vieni... e l'espirazione con il pensiero Relax...Note: alcune persone trovano vantaggioso per il rilassamento una respirazione con una piccola pausa tra le varie inspirazioni ed espirazioni.
È anche possibile immaginare di essere in riva al mare e che le onde vengano a noi durante l'inspirazione e tornino al mare durante l'espirazione.
Avvertenze e consigli
Durante la terapia
lavate frequentemente le mani fino ai gomiti in acqua corrente (od in
una bacinalla la cui acqua sarà cambiata di frequente) e formate una
immagine mentale di protezione affinché le tossine rimosse dal paziente
non abbiano a superare l'altezza del vostro gomito.
Fate frequenti
passeggiate all'aperto in luoghi alberati. Non si dimentichi che gli
alberi, ed i pini in particolare, sono dei produttori di prana e che vi
danno la possibilità di ricaricarvi.
Ad ogni paziente cambiate l'aria del locale dove operate.
Non toccate il
paziente, non chiedete compensi, non fate diagnosi e non prescrivete
medicine. Accingetevi a ricevere il paziente con una breve meditazione,
offrendo al Signore la vostra opera e chiedendo di fare di voi degli
strumenti della sua pace. Abituatevi a rimettere i pazienti nelle mani
di Dio con la frase: sia fatta su N... (nome e cognome) la tua volontà
come in cielo così in terra.
Mentre trattate il
paziente parlategli mentalmente dandogli dei messaggi del tipo: il
Signore non ti vuole ammalato, la sua Luce illumina il tuo cammino, la
sua Saggezza dirige le tue azioni, la sua Forza ti sorregge, il suo
Amore ti fa perdonare ed amare coloro che ti circondano, ecc.
Fonte: Ragazza indaco.blogspot.it