domenica 7 giugno 2015

LA PRANOTERAPIA IN PRATICA

Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi - Marguerite Yourcenar


LA PRANOTERAPIA
Per promuovere la guarigione a 
livello energetico


In questo articolo si intende tracciare una breve storia del fluido vitale (prana) e fornire le necessarie informazioni affinché aspiranti, terapeuti e pazienti fiduciosi possano affrontare le varie tecniche e conoscere i vantaggi e gli inconvenienti di questa terapia.

La parola prana è una parola sanscrita formata da "pra", che significa fuori e da "an" che significa respirare, muoversi, vivere. Il prana può essere identificato con il soffio che dio insuffla nelle narici di adamo donandogli la vita.

Ogni forma vivente assorbe il prana, un assorbimento in eccesso o in difetto può causare malattie. Le azioni del pranoterapeuta sono appunto dirette a riequilibrare la circolazione del prana ed a rimuovere l'energia negativa accumulate nell'organismo malato rimpiazzandola con energia nuova e salutare che dovrebbe, nel tempo, riportare le funzioni organiche alla loro primitiva armonia.

Se le premesse sono assai semplici vi sono comunque delle regole vitali che purtroppo sono spesso sconosciute o trascurate. La prima e la più importante di esse è che nessuno può dare ciò che non ha e pertanto un presunto pranoterapeuta potrà offrire del prana puro e vitale in proporzione di quanto puro e vitale è il suo organismo e, non ultima, la sua condotta di vita.

Purtroppo la faciloneria e l'ignoranza portano a sbagliare e la non applicazione delle regole fondamentali mette i pranoterapeuti ed i loro pazienti in seri pericoli. Il famoso detto "nulla si crea e nulla si distrugge" indica chiaramente che l'atto d'amore con cui una persona rimuove l'energia negativa da un suo simile può eventualmente giovare a quest'ultimo ma può essere causa di seri danni al terapeuta stesso, od ai suoi pazienti successivi, se l'energia rimossa non viene opportunamente eliminata.

Il prana (fluido vitale) è stato studiato ed analizzata nel corso dei secoli ed i vari ricercatori gli hanno dato molteplici nomi. Sembrerebbe che Ippocrate (400 a.C.) sia stato il primo ad afferrare l'esistenza di questa energia ed il suo potere guaritore che definì "via medicatrix naturae", ovvero il mezzo con cui la natura guarisce. Egli disse al proposito: "mi è apparso spesso, mentre stavo tranquillizzando un paziente, che le mie mani avessero la strana proprietà di rimuovere dalla parte afflitta, il dolore e diverse impurità"
William Reich chiamò questa energia "orgone" e l'Insegnamento Rosacrociano la definisce "energia vitale"


Paracelso (1490) affermò che la forza vitale non è rinchiusa nell'uomo ma si irradia dentro ed intorno a lui come una sfera luminosa e può essere modificata a distanza. Essa può avvelenare l'essenza della vita (sangue), causare malattie o purificare e ridare la salute. Un suo successore, J.B. Helmont (1577), estese questo concetto affermando che questa irradiazione può essere modificata dalla volontà ed arrivare ad influenzare il corpo ed il volere altrui.

Il prana può essere considerata come ciò che segna il confine tra l'animato ed il non animato; in altre parole il punto in cui la materia ha raggiunto un tale grado di complessità che può essere permeata e resa vivente dalla azione di tale energia.
Negli ultimi decenni alcuni scienziati hanno cercato di meglio definire le caratteristiche di questa forza cosmica. Tra essi un posto di rilievo spetta a W. Reich (Austria 1897-1957) che ha condotto una serie di esperimenti scoprendo che nella materia riscaldata fino all'incandescenza si producono delle vescichette, chiamate bioni, che sono visibili al microscopio e si presentano di colore blu.
I bioni possono essere considerati la base per tutte le strutture viventi, essi sono generati in continuazione e possono creare i più piccoli esseri (protozoi) o degenerare nella creazione dei cocchi e dei bacilli che sono alla sorgente di numerose malattie. I bioni emanano una energia vitale particolarmente intensa che si presenta similare a quella che proviene direttamente dal sole e permea tutta l'atmosfera 

È interessante notare che 70 anni prima H. P. Blavascki scriveva nella Dottrina Segreta: "Possiamo considerare il prana come un insieme di vite ignee (di fuoco) che forniscono ai microbi il mezzo di costruire le cellule fisiche. Una vita ignea è così piccola che vicino ad un batterio sarebbe nella stessa proporzione di un batterio vicino ad un elefante - e più avanti - il sole è la riserva della forza vitale; da esso partono le correnti vitali che vibrano attraverso lo spazio come pure attraverso gli organismi di ogni essere vivente"

Il prana in arrivo sulla terra penetrando in alcuni atomi dell'atmosfera li rende luminosi. Il fenomeno descritto è visibile in una giornata serena guardando il cielo a circa un metro dal sole. In questo modo è possibile notare una grande quantità di globuli luminosissimi che appaiono e scompaiono dopo aver compiuto una velocissima traiettoria a spirale.

Il prana, per poter essere utilizzato dal corpo umano, dopo l'assorbimento, subisce una elaborazione che lo trasforma in energia nervosa. Essa vitalizza il corpo vitale e quest'ultimo dà energia al corpo fisico; la salute dei vari organi dipende perciò dalla quantità di prana distribuito.

Un uomo vigoroso elabora una quantità di prana superiore al necessario e diventa perciò una sorgente di forza e salute per coloro che lo avvicinano. Al contrario chi non è più capace di elaborare il prana nella quantità sufficiente diventa una specie di spugna e tende a carpire la vitalità di ogni persona sensibile che venga a trovarsi nelle sue vicinanze. Questo spiega la spossatezza avvertita da alcuni dopo essere rimasti con persone esaurite o malate.


La respirazione è la strada primaria con cui il prana entra in noi, non per nulla la lunghezza della vita degli animali è legata alla loro velocità e profondità di respirazione. Se consideriamo la nostra capacità polmonare (5-10 litri di aria), ed il fatto che ad ogni respiro ne introduciamo circa mezzo litro, è facile comprendere come buona parte dei polmoni rimanga inutilizzata e diventi, a causa del ristagno, un fertile terreno per i batteri infettivi.

Una respirazione incompleta apporta poca energia vitale e questo può creare problemi circolatori, o disturbi al fegato, perchè un terzo del sangue resta stagnante in quest'organo che si ingrossa e si congestiona ponendo le basi per una autointossicazione generale 

È altamente salutare un ciclo di 10 respirazioni complete da fare al mattino ed alla sera davanti ad una finestra aperta. La respirazione completa consiste nel riempire prima la parte bassa dei polmoni (l'addome si gonfia) e poi la parte alta (le spalle si alzano). Nella espirazione si svota prima la parte alta e poi quella bassa. Completare l'esercizio premendo il fegato con la punta delle dita durante ogni espirazione. Per evitare problemi circolatori iniziare con due o tre respirazioni ed aumentare gradatamente nel tempo.

Il pino e l'eucalipto sono in grado di trattare il prana come il corpo umano e solitamente ne elaborano molto più del necessario. Succede perciò che il prana in eccesso venga estromesso creando intorno a tali piante una atmosfera particolarmente salutare per coloro che soffrono di esaurimenti nervosi.

Se volete provare la quantità di prana che siete in grado di irradiare appoggiate su un tavolo un riquadro di stoffa nera (meglio se velluto) ed oscurate l'ambiente in modo che vi sia una debolissima luce diffusa. Ponete quindi le mani (con le dita aperte), una di fronte all'altra, distanti circa 5 centimetri ed allo stesso livello, sopra il tessuto indicato.
Guardando dall'alto si vedranno delle strisce di un colore grigiastro che partono dalle punte delle dita di una mano per congiungersi con quelle dell'altra. Più tali strisce saranno intense e maggiore sarà l'intensità del prana emesso.

Una persona sana e vigorosa cambia le particelle del suo corpo vitale in continuazione ed espelle con forza le vecchie dai pori della pelle formando intorno a lui un'alone che lo protegge dai vari germi presenti nell'atmosfera.

Nella persona debole o esaurita quest'alone è pressoché mancante e le particelle espulse cadono a terra, come l'acqua senza pressione se ne esce da un tubo. La difesa naturale viene perciò a mancare ed i germi possono penetrare nell'organismo con più facilità.


COME IMPARARE A RILASSARSI 


Visto e considerato che ogni malattia non è altro che una congestione energetica dovuta a tensioni innaturali apparirà chiaro come la prima cosa da fare per intraprendere un processo curativo consiste nel rilassarsi nel modo migliore.
Gli esercizi che seguono sono rivolti a tale scopo. Essi possono essere praticati stando seduti o sdraiati. La posizione a pancia in su con un materasso duro in un ambiente tranquillo e poco illuminato è certamente la più consigliabile.

Se si effettua il rilassamento sdraiati è bene coprirsi con una coperta perchè esso rallenta i processi fisiologici ed è facile che sopravvenga una fastidiosa sensazione di freddo.
Le gambe non devono essere accavallate e le braccia devono appoggiarsi tranquillamente sul materasso o sul grembo, magari ponendo la mano destra nell'incavo della sinistra.

Effettuati i preparamenti descritti iniziare la serie di esercizi rivolti a togliere le tensioni muscolari. Questi esercizi comportano una tensione muscolare volontaria accompagnata dall'inspirazione ed il rilascio della tensione stessa da effettuarsi durante l'espirazione. Ogni azione deve essere fatta con calma seguendo un ritmo naturale, evitare azioni brusche o disarmoniche che pregiudicano il raggiungimento di un buon rilassamento.
Agli esercizi per il rilassamento muscolare far seguire quelli del training autogeno e quelli per la respirazione. Si suggerisce di registrare il tutto in modo che sarà poi possibile seguire gli esercizi ascoltando il registratore. È pure possibile chiedere a qualcuno di leggerci le istruzioni. In entrambi i casi il rilassamento sarà conseguito con maggiore facilità.


LA PRANOTERAPIA IN PRATICA 

Le sostanze negative, rimosse dal paziente... Si presentano agli occhi del chiaroveggente come una gelatina nerastra che se gettata sul pavimento vi aderisce... e può essere assorbita da chiunque passi in quel posto (Max Heindel).


Vi sono due atti principali che il pranoterapeuta compie a favore dei pazienti:
  1. Rimuovere i miasmi (sostanze tossiche e dannose).
  2. Dare nuova energia vitale per rivitalizzare gli organi malati.

Come ben delineato da Max Heindel in "Principi occulti di salute e guarigione" (entrambe queste azioni possono, qualora non condotte con le regole dovute, creare dei problemi al paziente od al terapeuta.

Solo i pranoterapeuti che hanno la chiaroveggenza sono in grado di vedere le sostanze che vengono manipolate durante la terapia e non corrono il rischio di muoversi alla cieca senza avere alcun riscontro di ciò che le loro azioni stanno causando a livello energetico.

L'energia negativa che il pranoterapeuta toglie al paziente resta attaccata alle sue mani come una gelatina vischiosa. Alcuni guaritori, conoscendo il fenomeno, scuotono con forza le mani verso terra ad intervalli regolari, onde liberarle da tale porcheria. Purtroppo questa è una pratica altamente pericolosa perchè, sono parola di Max Heindel, tale sostanza resta vicina alla terra come una gelatina nerastra in continuo movimento e può essere riassorbita da chi, inconsapevolmente, vi ponga un piede o vi passi al di sopra.

Può accadere allora che il pranoterapeuta, la persona in cura, od un paziente successivo si trovino a camminare in tale ristagno velenoso ed assorbano nel loro organismo la sostanza velenosa con le conseguenze facilmente immaginabili.

Per liberare le mani bisogna scuoterle energeticamente verso un fuoco oppure in un lavandino dove scorra acqua corrente. Le mani e le braccia devono poi essere accuratamente risciacquate ma non asciugate in quanto l'umidità presente facilita la rimozione delle sostanze nocive ed il passaggio del fluido vitale.

Questa forma di terapia presenta perciò dei rischi per il paziente e per il guaritore. Oltre a quello accennato va considerato il fatto che il guaritore offre la sua energia al paziente e la medesima non è soltanto fisica ma anche eterica e dei mondi del desiderio e mentale.

Appare perciò evidente come la salute fisica e le concezioni morali di un guaritore possano essere, seppur parzialmente, trasmesse al paziente. Ciò rende la scelta del guaritore una azione da farsi con le dovute cautele e valutazioni.

Il terapeuta, d'altro canto deve tener sempre presente che la maggior parte dei malati non elabora prana a sufficienza. Essi sono dei vampiri di energia e lo sono tanto di più quanto il loro fisico, nello stato di salute era forte e robusto. Questo comporta il rischio di essere privati di troppa energia e di ritrovarsi deboli od esauriti dopo uno o più trattamenti.

Da quanto sopra appare chiaro come la professione del pranoterapeuta non deve essere affrontata a caso. Il desiderio di guarire non deve permettere che il buon senso e la ragione vengano poste da parte mettendo così a repentaglio la propria salute.

Va pure ricordato che chi esercita delle attività paramediche senza debite autorizzazioni può incorrere in seri guai qualora un paziente lo denunciasse, a ragione od a torto, in seguito ad un peggioramento della sua situazione.
Per ovviare a tali inconvenienti si eviti nel modo più assoluto di fare diagnosi, dare prescrizioni e richiedere compensi. 

Se il paziente ritiene di doverci un compenso diamo a Cesare qual che è di Cesare, ciò significa che se abbiamo già di che vivere possiamo disporre del danaro nel modo più opportuno. È stato scritto che il danaro che qualcuno ha in eccesso è il danaro di chi non ne ha.


Mano destra e mano sinistra 


Energeticamente parlando la mano destra e quella sinistra si presentano assai differenti. La magia stessa e la tradizione popolare attribuiscono infatti alla mano destra il bene, l'attività (magia bianca) ed alla sinistra il male e la passività (magia nera).
Nella pranoterapia la mano destra dona energia ed è in grado di rivitalizzare l'organo ammalato mentre la sinistra ha più lo scopo di assorbire il male ed i miasmi negativi (tossine).
Nel corso della prova si ebbe modo di rilevare come l'azione della mano destra non disturbava il moltiplicarsi del bacillo mentre quella della sinistra ne bloccava la crescita.
Anche il movimento stesso ha un suo significato ben preciso. Si è riscontrato che il movimento rotatorio attorno ad una massa produce un effetto eccitante qualora condotto in senso orario ed un effetto calmante se fatto in nel senso antiorario. 
 

Le tecniche utilizzate 


Generalmente le varie tecniche sono sviluppate dal guaritore stesso con la propria esperienza. Di seguito vengono date le informazioni preliminari a cui il principiante può attenersi onde iniziare la sua attività terapeutica.


L'energia bioradiante (prana) non deve necessariamente essere proiettata sull'organo ammalato in quanto si diffonde all'intorno ed è l'organo stesso che l'attira a sé. Per questa ragione alcuni pranoterapeuti irradiano soltanto il capo del paziente ponendo entrambe le mani sopra la sua testa od ai lati del volto. In quest'ultima posizione vengono irradiate anche le orecchie influenzando così un'area che è il punto di passaggio di alcuni canali energetici (meridiani) facenti capo a diversi organi interni.

Nei casi di disturbi nervosi e di astenia è bene irradiare il plesso solare, che è situato poco al di sopra dello stomaco, ed ha una importante relazione con il sistema nervoso ed il buon funzionamento del fegato, dello stomaco e dei visceri in generale.

Per beneficare il plesso solare si provvede a far coricare il paziente e si irradia la sua fronte con la mano destra mentre la mano sinistra viene posta all'altezza del diaframma.
Per irradiare un determinato organo si consiglia la tecnica delle mani poste in opposizione.

Questa è un modo di guarire che ha le sue origini in tempi antichissimi e consiste nel porre la mano destra sotto (o dietro) la schiena all'altezza dell'organo ammalato. La mano sinistra viene posta sopra (o davanti) all'organo stesso in modo da creare un duplice passaggio di energia; ovvero il prelievo delle tossine e la donazione delle energie vitalizzanti.

Il dott. Racanelli, con la sua lunga esperienza, consiglia di porre prima la mano destra (onde dare energia all'organo) e poi la sinistra per togliere le tossine che l'organo vitalizzato tende a rimuovere da se stesso.

La durata del trattamento varia da 10 a 30 minuti ed il numero dei trattamenti è relazionato alla serietà del caso. In genere vengono consigliati dei cicli di terapia da ripetersi ad intervalli regolari.






I passaggi (movimenti) principali 

I passi sono dei movimenti particolari aventi lo scopo di sedare (ridurre l'attività) o di tonificare (aumentare l'attività). I guaritori tendono a concentrare l'azione di tali passi sul plesso solare, sulla nuca, sulla spina dorsale e sul plesso sacrale (parte alta delle natiche). I passi rilassanti sono quelli fatti in senso antiorario sul capo e sul corpo oppure fatti dal capo verso i piedi su 1n soggetto sdraiato i passi tonificanti sono quelli fatti in senso orario o partendo dai piedi per risalire fino alla testa.
Anche la velocità con cui i passaggi vengono eseguiti ha la sua importanza, i passi veloci tendono infatti a vivivacizzare mentre quelli lenti hanno un effetto rilassante.



La diagnosi 

Sempre considerando che la diagnosi è di competenza dei medici può essere utile sviluppare la capacità di rilevare gli organi ammalati. Questo può essere fatto facendo sdraiare il paziente e passando sul suo corpo con le mani una di fianco all'altra (non devono toccarsi). Con una certa esperienza sarà possibile avvertire una sensazione di formicolio (o di calore) in presenza di un organo ammalato perchè esso, per sua necessità, tenderà ad assorbire una notevole quantità di energia.



Esercizi di decongestionamento muscolare 


Note: dopo ogni esercizio rilasciare l'aria e la tensione muscolare pensando "Relax...". Eseguire il tutto in modo calmo, sereno e tranquillo.
  • inspirare stringendo forte il pugno destro,
  • inspirare stringendo forte il pugno sinistro,
  • inspirare stringendo forte entrambi i pugni,
  • inspirare piegando il piede destro verso il ginocchio (gamba stesa),
  • inspirare piegando il piede sinistro verso il ginocchio (gamba stesa),
  • inspirare piegando entrambi i piedi verso il ginocchio (gambe) stese),
  • inspirare stringendo forte le natiche,
  • inspirare chiudendo con forza gli occhi,
  • inspirare stringendo forte i denti,
  • inspirare cercando di aggrottare la fronte,
  • inspirare cercando di arricciare il naso,
  • inspirare spingendo le labbra in avanti,
  • inspirare piegando gli angoli delle labbra in basso,
  • inspirare spingendo la lingua verso il palato ed all'indietro,
  • inspirare guardando al limite massimo di destra (occhi chiusi),
  • inspirare guardando al limite massimo di sinistra (occhi chiusi),
  • inspirare guardando al limite massimo in alto (occhi chiusi),
  • inspirare guardando al limite massimo in basso (occhi chiusi).


Esercizi di Training Autogeno 

Formulare i seguenti pensieri, utilizzare l'immaginazione affinché le frasi portino l'effetto desiderato. Non usare sforzo alcuno, immaginare che la situazione descritta sia effettivamente quella reale.
  • la mia mano destra è pesante... molto pesante,
  • il mio braccio destro è pesante... molto pesante,
  • la mia mano sinistra è pesante... molto pesante,
  • il mio braccio sinistro è pesante... molto pesante,
  • il mio piede destro è pesante... molto pesante,
  • la mia gamba destra è pesante... molto pesante,
  • il mio piede sinistra è pesante... molto pesante,
  • la mia gamba sinistra è pesante... molto pesante,
  • tutto il mio corpo è pesante... molto pesante.


Esercizi di respirazione 

Respirare naturalmente ed ascoltare l'aria che entra: il diaframma si abbassa, il diaframma si alza, l'aria se ne esce. Accompagnare l'inspirazione con il pensiero Vieni... e l'espirazione con il pensiero Relax...
Note: alcune persone trovano vantaggioso per il rilassamento una respirazione con una piccola pausa tra le varie inspirazioni ed espirazioni.
È anche possibile immaginare di essere in riva al mare e che le onde vengano a noi durante l'inspirazione e tornino al mare durante l'espirazione.


Avvertenze e consigli

Durante la terapia lavate frequentemente le mani fino ai gomiti in acqua corrente (od in una bacinalla la cui acqua sarà cambiata di frequente) e formate una immagine mentale di protezione affinché le tossine rimosse dal paziente non abbiano a superare l'altezza del vostro gomito.
Fate frequenti passeggiate all'aperto in luoghi alberati. Non si dimentichi che gli alberi, ed i pini in particolare, sono dei produttori di prana e che vi danno la possibilità di ricaricarvi.
Ad ogni paziente cambiate l'aria del locale dove operate.
Non toccate il paziente, non chiedete compensi, non fate diagnosi e non prescrivete medicine. Accingetevi a ricevere il paziente con una breve meditazione, offrendo al Signore la vostra opera e chiedendo di fare di voi degli strumenti della sua pace. Abituatevi a rimettere i pazienti nelle mani di Dio con la frase: sia fatta su N... (nome e cognome) la tua volontà come in cielo così in terra.

Mentre trattate il paziente parlategli mentalmente dandogli dei messaggi del tipo: il Signore non ti vuole ammalato, la sua Luce illumina il tuo cammino, la sua Saggezza dirige le tue azioni, la sua Forza ti sorregge, il suo Amore ti fa perdonare ed amare coloro che ti circondano, ecc.

Fonte: Ragazza indaco.blogspot.it