C’era una volta il vegetarismo: ministoria di un movimento che ha propugnato un nuovo approccio ai sapori della tavola e conquistato molte persone: da Pitagora a Einstein.
Al contrario di quanto si possa credere, le origini del vegetarismo non sono solamente all’interno della cultura orientale ma anche in quella dei grandi filosofi classici e dei primi cristiani dove era molto diffusa l’idea di una dieta che escludeva il consumo di carne.
La pratica vegetariana era una componente fondamentale anche nelle correnti filosofiche della Grecia intorno al VI secolo a.C. ed incentrata sul rapporto con la natura e la sua vicinanza al mondo animale.
Il primo vegetariano di cui si abbia notizia certa è il filosofo Pitagora, il quale, nella sua scuola, predicava il vegetarismo più stretto.
La filosofia che veniva seguita era quella della totale astensione dalle carni, al fine di raggiungere quel grado di purezza e di ascetismo necessari a liberare l’uomo dalla prigione del proprio corpo e di riacquistare quindi la propria condizione divina
La Gran Bretagna è considerata la patria del vegetarianismo moderno. Il primo paladino del vegetarianismo dell’isola britannica a suscitare l’attenzione è il cappellaio Roger Crab, durante la rivoluzione del 1640.
Nel Settecento il vegetarianismo inizia ad essere un argomento sostenuto e diffuso anche dai medici, in nome della salute e delle caratteristiche dell’anatomia e della fisiologia umana che, a partire dall’apparato digerente, dalla dentatura e dalle mani, dimostrerebbero la natura vegetariana dell’uomo.
In Inghilterra il 30 settembre 1847 a Ramsgate avviene la costituzione della Vegetarian Society.
Nel 1867 il teologo Eduard Baltzer fonda la prima società vegetariana in Germania e verso la fine dell’Ottocento viene fondata la Société Végétarienne de France, mentre l’Associazione Vegetariana Italiana sorgerà solo nel 1952.
Tra i vegetariani storicamente più vicini a noi, forse il più famoso esponente di questa filosofia: Mahatma Gandhi. Nel ‘900 anche Albert Einstein sostenne la causa del vegetarismo spiegando che avesse effetti benefici sul temperamento umano e quindi avrebbe inciso positivamente sulla maggior parte dell’umanità.
Concludo con una simpatica frase di George Bernard Shaw: gli animali sono miei amici… e io non mangio i miei amici!
Raffaele Mancini
Cucina Nova